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Giuliano Ferrara inchioda Mercalli, clima impazzito? "Toh, pure lui inizia a dubitare"

Giuliano Ferrara

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Giuliano Ferrara confessa di essere "un appassionato lettore di Luca Mercalli, climatologo cataclimatico con il papillon" e che "è una mia ossessione". Il fondatore de Il Foglio osserva che "stamane dove vivo si rischiava l’annegamento appena messo un piede fuori casa" e "c’erano dieci gradi a mezzogiorno". Anche se "sono giorni e giorni che il commentatore climatico mio preferito insiste sulla siccità, ma che dico la siccità, lui lo chiama il 'ground zero della megasiccità'". Secondo Mercalli, prosegue Ferrara, "'la natura non funziona più', causa riscaldamento globale, che come qui annunciato già vent’anni fa non è affatto incompatibile con il raffreddamento locale".

 

 

E il giornalista vive ora "nella speranza escatologica di un’estate fresca o almeno accettabilmente calda per il solo gusto di smentire Luca; cosa non facile perché con quella storia da Nobel, e il papillon harvardiano è il dettaglio che convince, quella storia del clima che c’entra un ca*** con il meteo, qualunque situazione è riconducibile ai fenomeni estremi causati dall’homo perfidus, cattivo, senza fede, che non vuole accettare la verità dogmatica fissata una volta per tutte e si ostina a scaldare il pianeta con le emissioni delle auto e delle vacche".

 

 

Ma attenzione, sottolinea Ferrara, perché "il cataclimatico non è sprovvisto della dote liberale del dubbio, dev’essere un liberale senz’altro, perché annota: 'L’attribuzione di questa situazione meteorologica anomala (le stagioni, ndr) ai cambiamenti climatici generati dalle attività umane è complessa'. Si vede che sotto sotto è un lettore di Giulio Meotti se non addirittura di Franco Prodi". Tanto che alla fine Mercalli è costretto ad ammettere che "dal punto di vista della durata del periodo senza piogge significative è più difficile avere un riferimento certo precedente alle misure pluviometriche. Esistono numerose cronache qualitative, ma si sa che la descrizione soggettiva in mancanza di strumenti di osservazione può risultare ambigua”.  

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