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Levi: "Caso trasparente". Parole surreali: cos'è successo prima delle dimissioni

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Riccardo Levi a poche ore dalla sua decisione di rassegnare le dimissioni da commissario straordinario per l’Italia della Fiera del libro di Francoforte dopo l'articolo di Libero in cui si parla della sua scelta di affidare la comunicazione della Buchmesse a un'agenzia in cui lavora il figlio Alberto, dice che il nostro quotidiano "ha sollevato una questione assolutamente inesistente e su cui nemmeno c’è da discutere. Ma proprio perché era un caso del tutto trasparente e senza nessuna possibilità di equivoco, ho ritenuto che si mettesse in dubbio la correttezza del mio comportamento, la mia serietà professionale nell’espletamento di un ruolo di governo, e ho ritenuto di dover rassegnare le dimissioni".

"Di fronte a questa messa in dubbio della mia professionalità ho ritenuto che non si potessero in alcun modo accettare interpretazioni diverse", prosegue Levi, "e che l’unico modo fosse quello di tagliare la testa al toro rimettendo al ministro della Cultura il mandato come commissario straordinario per Francoforte 2024". Una decisione presa, fa sapere all'Adnkronos il presidente dell’Aie, non certo a cuor leggero. "Mi è dispiaciuto molto leggere quelle cose e nella lettera di dimissioni al ministro Sangiuliano ho sottolineato che gliele presentavo con dolore. Perché così è stato. Ci lavoravo dal 2017, ho conseguito un risultato che per l’Italia mancava da 36 anni, quindi credo che sia un grande appuntamento per la cultura italiana e mi dispiace non poterlo accompagnare fino alla fine".

Le dimissioni sono state consegnate a Sangiuliano "ieri pomeriggio (25 maggio, ndr) ed era una nota riservata per il ministro. Oggi lui nel primo pomeriggio mi ha chiamato personalmente, e devo dire che ho apprezzato la sua telefonata, qualche minuto prima di rendere pubblica la sua dichiarazione, e ha usato con me sostanzialmente le stesse parole del comunicato", "mi ha ripetuto che non era una questione personale, ribadendomi la sua stima e la sua considerazione, e mi ha detto che mi avrebbe ringraziato pubblicamente, ma ha detto altrettanto chiaramente che avrebbe accettato le dimissioni nell’ottica della volontà di imprimere una discontinuità, ha usato questo termine. Mi sembra quindi del tutto chiara la volontà che sta a monte dell’averle accettate", conclude Levi.

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