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Open Arms, colpo di scena al processo: spunta la mail di Angela Merkel

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Il nome di Angela Merkel risuona nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo dove stanno deponendo i testimoni del processo Open Arms. È imputato l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini per sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio per aver impedito nell'agosto 2019 per 19 giorni lo sbarco di 163 migranti e i giudici nell'udienza di oggi hanno acquisito una e-mail dell'ex cancelliere tedesco indirizzata a Oscar Camps, fondatore della Ong spagnola, che aveva consegnato una lettera all'ambasciatore tedesco in Spagna per sollecitare un intervento dell'Ue per sbloccare la vicenda della nave con a bordo i migranti ma che in quella fase non aveva un porto sicuro dove sbarcare. La mail entrata nel processo Open Arms è la riposta della Merkel a Camps. A parlare di questo inedito scambio epistolare è lo stesso fondatore della ogn, che è stato ascoltato come teste e immediatamente l'avvocato Giulia Bongiorno ha chiesto al Tribunale di acquisire agli atti la mail dell'ex cancelliere. Camps non ha battuto ciglio: ha recuperato il testo dalla posta elettronica sul suo smartphone e ha inoltrato la mail all'indirizzo fornito dai giudici. 

 


 

"Chiesi a Merkel l'intervento dell'Ue", ha raccontato il fondatore di Open Arms. "L'obiettivo era quello di farci assegnare un porto sicuro che fosse il più vicino possibile". Quanto alla richiesta fatta arrivare alla ex Cancelliera attraverso vie diplomatiche, Camps ribadisce che nell'agosto del 2019, dopo il soccorso in mare dei migranti consegnò all'ambasciatore tedesco in Spagna una lettera per Merkel. "Abbiamo ricevuto il decreto dall'autorità di Roma che ci vietava il nostro ingresso in acque italiane", ha spiegato nell'aula bunker dell'Uccirdone. "Da Barcellona sono andato a Roma il 4 agosto per vedere il team legale e dare incarico di opporsi". Il 7 agosto l'incontro con l'ambasciatore tedesco a Madrid: "Abbiamo parlato e gli ho consegnato una richiesta per Angela Merkel nella quale chiedevo un intervento della Commissione europea per favorire la collaborazione e parlare dell'atto che impediva di entrare in una Paese europeo che non ritenevamo giusto né legale. L'ambasciatore ha fatto avere la richiesta alla signora Merkel che ci ha risposto che stava lavorando su questo argomento e che sarebbero intervenuti nella riunione del Parlamento europeo". Per il team legale "si poteva attendere una risposta positiva e attendevamo che l'Ue si determinasse a rimuovere quel decreto".

 

 

La lettera presentata ai giudici e messa agli atti conferma quanto detto in aula. "Le scrivo per informarla di una difficile situazione nel Mediterraneo e per chiedere il suo intervento in qualità di cancelliera. La nave Open Arms naviga nel Mediterraneo da 5 giorni, a bordo sono 121 le persone soccorse, di cui 30 minorenni", si legge nella lettera che Camps ha inviato il 7 agosto 2019 alla cancelliera tedesca per chiedere aiuto. "La situazione è precaria - prosegue - perché diversi adulti e bambini hanno urgente bisogno di cure mediche. Abbiamo diverse richieste formali ai porti sicuri più vicini, Malta e Italia. Tuttavia, le nostre innumerevoli domande sono state respinte. Abbiamo esaurito tutte le opzioni usuali e legali per garantire un arrivo sicuro. Inoltre riteniamo che sia responsabilità della Commissione europea avviare e coordinare un processo per la distribuzione di questi migranti e rifugiati tra i diversi Stati membri. Questo meccanismo può essere attivato solo su richiesta di uno Stato membro. E crediamo che la Germania sarebbe lo Stato membro più appropriato dato il suo desiderio pubblico di un meccanismo di solidarietà europeo. Aiutateci, a nome delle popolazioni che navigano nel Mediterraneo, vittime di ogni tipo di violenza, e chiedete alla Commissione europea di mostrare solidarietà di fronte alla tragedia e ai naufragi invisibili nel Mediterraneo, al fine di porre un meccanismo europeo di distribuzione e risposta". 

 

 

 

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