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Natalia Aspesi contro Meloni: "Odia le donne e le sceglie brutte, dobbiamo detestarla"

 Natalia Aspesi

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Natalia Aspesi è un fiume in piena. Nel suo editoriale su La Repubblica ricopre di insulti Giorgia Meloni ma anche le donne in generale visto che non sarebbero in grado di amarsi tra loro. Il presidente del Consiglio è definita "furba come il demonio". In tv, per esempio "si è capito benissimo dove vuole arrivare. Farli parlare, da Salvini a Schillaci, che quasi sempre non ne dicono una giusta, così l’informazione, contenta, si occupa esterrefatta solo di loro mentre lei fa altro". Tra i ministri ha scelto sei donne, "compresa la pericolosa Santanchè" e "si è circondata di poche donne in più bruttine (tranne la Bernini, bella ma molto alta). Di donne non ha mai parlato e se lo ha fatto è stato per caso. Ecco quindi una donna veramente donna e che come tale, odia o meglio non ama le donne, vuole che stiano al loro posto, secondarie".

 

 

E ancora, attacca la giornalista: la Meloni "fa parte di un partito che se è contento di una donna presidente, tutte le altre le vuole in casa a fare figli, impegnate a fabbricare bimbi come vorrebbe la tremendissima signora ministra Roccella che rimpiange la ghigliottina per colpire i colpevoli del suo famoso reato universale. Alla Meloni quel suo Fratelli (e non Sorelle) d’Italia tiene molto, ed è probabile che anche lei veda le donne come secondarie. Eppure sono proprio le donne, quelle di sinistra, a pensare che in fondo l’importante è che una sia già diventata primo ministro, poi ne arriveranno altre; e saranno certamente di sinistra".

 

 

Ma attenzione, avverte la Aspesi, questo è un "errore". Perché "il partito di Meloni sale nei sondaggi" e lei "è giovane, mica come Biden che saltella in continuazione per via della schiena, portando con sé un misterioso carico di brutti vestiti. Bacia, sorride a Trudeau, bacia Macron, pare carina davvero, così piccina, gli racconta quel che loro vogliono, tanto non conta nulla, basta che resti atlantista". La giornalista conclude quindi l'editoriale con un appello alle donne che odiano le donne (come lei evidentemente): "Ma se a lei siamo antipatiche e pretendiamo il salario minimo, che tanto ce lo darebbero dei quasi ricchi, non potremmo cominciare a provare un minimo di fastidio per lei? Tanto a detestare le altre donne ci siamo abituate, proviamo anche con la premier Meloni"

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