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Generale Vannacci? Fuori di testa, non fuori tema: la sentenza di Sallusti

Alessandro Sallusti
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Capita non di rado che la fantasia anticipi la realtà. Per esempio cinquant’anni fa quei due geni della comunicazione di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni lanciarono nel loro programma radiofonico cult Alto Gradimento il personaggio surreale e dissacrante del colonnello Rambaldo Buttiglione (impersonato da Mario Marenco) che oggi pare incarnarsi nel generale vero e vivente che di nome fa Roberto Vannacci, comandante dell’Istituto geografico militare e già a capo della mitica Folgore e del contingente italiano in Iraq. Vannacci è al centro dell’attenzione non per le sue doti militari ma per aver scritto un libricino talmente dissacrante e scorretto che ha dovuto stamparselo da solo perché nessun editore lo avrebbe mai assecondato.

Il libro in questione si intitola “Il mondo al contrario” e ora dopo ora sta scalando la classifica di vendite su Amazon, l’unico posto che almeno fino ad ora ha accettato di diffonderlo, probabilmente perché non ne conosceva il contenuto. In effetti si parla, meglio dire si scrive, in modo violento e a tratti volgare di omosessuali, trans, immigrati, ambientalisti e delinquenti che secondo l’autore stanno prendendo, a differenza di quanto avviene nella saggia Russia di Putin, il sopravvento sulle persone che lui definisce “normali”. Ora, il colonnello Buttiglione, poi promosso generale nella versione cinematografica di altrettanto successo, muore saltando in aria il giorno del suo compleanno soffiando su candeline che mano ignota aveva riempito di esplosivo. Credo che anche per Vannacci la sorte, non quella fisica spero, sia segnata: scommetto che sarà rimosso, degradato e radiato per avere gettato disonore su quelle stesse Forze Armate che ha servito per anni con onore.

Già, c’è poco da fare: un alto ufficiale in carica non può scrivere ciò che lui ha scritto, parole indifendibili. Ma attenzione: se fosse concesso - non lo sarà - di andare oltre il linguaggio si potrebbe osservare, e magari discutere, che la verità sottointesa in quel libriccino è sì scorretta ma non per questo falsa: ci stiamo avviando a grandi passi - sostiene in sintesi l’autore - verso una dittatura culturale e politica delle minoranze e a una emarginazione se non persecuzione di tutto ciò che richiama a identità e regole. Proprio quel “mondo al contrario” che il generale Vannacci-Buttiglione ha scelto non a caso come titolo di uno scritto non pubblicabile e per questo di sicuro successo.

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