Cerca
Logo
Cerca
+

Vannacci vuota il sacco: "Cosa faceva la ministra Pinotti tra i parà"

Esplora:

Hoara Borselli
  • a
  • a
  • a

«Tutta questa vicenda è stato un grandissimo scombussolamento, soprattutto per mia madre novantenne che non sta neanche molto bene. Ha subito due interventi nell’ultimo mese e mezzo. Quando ha saputo della mia sostituzione le è preso un colpo...». Parla il generale Roberto Vannacci, da 37 anni nell’esercito e da giorni al centro di feroci polemiche e critiche per il contenuto del libro da lui autoprodotto Il mondo al contrario che gli è costato un trasferimento lampo e tante, tantissime accuse.

Non si aspettava che questo libro provocasse un pandemonio?
«No, non me lo aspettavo. Mi aspettavo che il libro avrebbe fatto discutere e mi aspettavo che ci sarebbero state persone che si sarebbero risentite. Mi aspettavo forse qualche articolo sul giornale, ma non certo tutto quello che è capitato. Io ne vado particolarmente fiero di questo libro perché me lo sono scritto, corretto, paragrafato. L’ho autoprodotto e mi son detto: vedrai, farà discutere».

Si aspettava la presa di posizione del ministro della Difesa?
«No, non me lo sarei mai immaginato. Dopodiché ho accettato quello che è venuto».

Lei ha toccato temi che sono intoccabili e sa che esiste la legge del politically correct. Quanto questo sia vero è dimostrato dalle reazioni al suo libro: è stata messa in discussione la libertà di opinione?
«Proprio così. Per questo ho scelto il titolo Il mondo al contrario. Quello che dico nel libro è che chi solleva certi temi la paga. Lo si annichilisce, lo si censura, lo si fa sparire, lo si demonizza, addirittura gli si dà del malato, dell’omofobo. L’omofobia per me è una malattia psichiatrica. Gli si toglie la dignità di interlocutore e lo si indica come una persona che non può decidere con raziocinio e logica e che deve per forza essere sottoposta a una rieducazione per poter continuare a vivere nella società del pensiero unico. Pensavo di avere esagerato. Invece è successo esattamente quello che avevo raccontato».

Lei si riconosce in un pregiudizio sull’omosessualità?
«Io non ho alcun pregiudizio sugli omosessuali. Quello che mi dà fastidio è la sovrarappresentazione di questo fenomeno. Anche per una questione naturale l’umanità si deve riprodurre. L’omosessualità, proprio per una ragione naturale, rimarrà sempre nell’ambito delle minoranze. E finché rimane un gusto sessuale, a me non importa. A me quello che tu fai nella camera da letto mi è indifferente. Mi dà fastidio il concetto di annullamento della differenza uomo-donna perché non corrisponde alla realtà: non è vero che siamo la stessa cosa, esiste una differenza sia fisiologica che mentale. Nella vita comune una donna sviluppa pensieri diversi da quelli di uomo e meno male che è così altrimenti sarebbe una monotonia pazzesca».

Ma lei cosa pensa delle donne?
«Amo le donne».

Lei è favorevole alle donne nell’esercito?
«Ma certo che sono favorevole perché io le donne nell’esercito non le considero donne, le considero soldati e “li” tratto come tali. Mi faccia togliere un sassolino dalla scarpa. Ho letto che l’ex ministro della Difesa e senatrice Pinotti rispetto al mio libro e alla mia persona ha tirato in ballo il sessismo. Parla di un comportamento disonorevole, di machismo e sessismo nelle Forze armate. Io lancio una sfida. Ho avuto la fortuna di essere al comando di tanti soldati donna e per soldati intendo di qualsiasi grado. Chiedo a tutte le donne, soprattutto quelle che hanno servito con me in zone di operazione, di denunciarmi immediatamente, se non l’hanno ancora fatto, per eventuali comportamenti sessisti o machisti che io ho avuto nei loro confronti. Anticipo io un comportamento sessista che ho avuto, e glielo racconto, con l’unica donna soldato che avevo al mio reparto di incursori. Un medico, all’epoca era capitano, Letizia Valentino. Pochi giorni dopo l’assunzione del comando del reggimento l’ho convocata nel mio ufficio per inviarla presso la task force “E 45” in Afghanistan in qualità di medico dell’unità. Una task force in zone impervie, pericolose non accessibili. Missione di incursioni spesso clandestine e la presenza di una donna non era particolarmente usuale. L’ho chiamata e le ho detto: “Non mi interessa che tu abbia le tette o non le abbia, sei un soldato, comportati come tale perché non appena dovessi avere una notizia di un problema legato al tuo sesso ti faccio rientrare immediatamente”. Letizia Valentino non mi ha denunciato per questo mio comportamento sessista avendo pronunciato la parola “tette”. Anzi mi ha ringraziato e ha effettuato la missione in maniera esemplare per quattro mesi, comportandosi da vero soldato».

Avrebbe problemi ad accettare donne e gay come superiori?
«Nessun problema. Tra l’altro la stessa Pinotti è stata mia superiore, essendo ministro della Difesa. Lei mi ha accusato di machismo: mi chiedo se sono più macho io o se non è stata più macho lei quando da ministro, appena assunta la carica, è venuta presso la brigata paracadutisti a farsi un lancio in caduta libera. Per dimostrare cosa? Non è secondo lei questo comportamento più da macho di quanto io non abbia fatto nei 37 anni di carriera?».

La libertà di opinione non deve avere un limite per chi rappresenta lo Stato?
«Io mi attengo a quello che prevede la Costituzione: la libertà di opinione è una garanzia di democrazia e di libertà. Ci sono dei vincoli per chi rappresenta lo Stato e sono inclusi nelle norme. Tranne che di questioni riservate, attinenti alla propaganda politica, tutto il resto può essere affrontato in libertà».

Lei pensa con il contenuto del libro di non aver offeso nessuno?
«No, io questo non è che lo penso, ne sono totalmente convinto. Io non ho offeso nessuno, non ho usato un linguaggio triviale e volgare come è stato detto. Non sono uno scrittore, ma un soldato. Non credo ci si potesse aspettare una grande capacità stilistica e sicuramente la mia è una scrittura da strada, qualcuno ha detto da caserma: a me questo va benissimo, perché io ho vissuto la mia vita in una caserma».

Se dovesse riscriverlo ora non cambierebbe nulla?
«Credo di avere sbagliato un po’ di punteggiatura...».

Non cambierebbe neanche la frase sugli omosessuali?
«Li ho definiti non normali. Sono assolutamente convinto di quello che ho detto. No, non cambierei nulla».

Cosa risponde alla Cgil che dice che lei ha disonorato le Forze armate?
«Che me lo dimostrino! Non vedo per quale motivo una persona in divisa che esprime le proprie opinioni, non offensive, non lesive della dignità di alcun individuo e non volgari possa ledere il prestigio delle Forze armate. Quando si fanno le accuse bisogna argomentarle. Forse erano abituati al fatto che i militari sono sempre stati zitti:invece i militari pensano e ogni tanto parlano pure, e quindi se sei un militare che parla, esprime dei giudizi, non fai niente di male: questi giudizi possono essere discutibili, opinabili, ritenuti sbagliati, ma per quale motivo dovrebbero ledere il prestigio delle Forze armate? Ma stiamo scherzando? Ma cosa siamo, nel ministero della verità di Orwell?».

Lei crede che molti la pensino come lei ma non hanno il coraggio di parlare per paura delle conseguenze?
«C’è gran parte della società silenziosa che la pensa come me e probabilmente non parla perché è stata bacchettata appena ha provato ad esprimere un’opinione».

Lei non pensa che i provvedimenti che sono stati presi nei suoi confronti blocchino ancora di più le persone?
«Credo che non si sia stato un bel segnale, però penso che una persona che crede nelle proprie idee le deve portare avanti».

Se l’aspettava la presa di posizione del ministro Crosetto?
«No, nella maniera più assoluta».

Ha avuto modo di parlarci?
«No, non ho mai parlato col ministro. Non mi aspettavo una chiamata, forse vista la situazione ci sarebbe potuta stare, ma visto il ruolo che ricopre non è tenuto a chiamarmi. Mi attengo con disciplina e rispetto alle decisioni che ha preso perché questo è il codice d’onore su cui ho giurato».

Ha altro che vuole dire?
«Per la frase sugli omosessuali sono stato dipinto come il mostro di Firenze. Faccia questa prova. Scriva: “Cari carabinieri, normali non lo siete, fatevene una ragione! Siete una minoranza e non rappresentate la popolazione italiana”. Mi aspetto che il comandante generale dei carabinieri mi denunci per offesa alla Benemerita. Qualora non lo faccia, mi domando perché la stessa frase decontestualizzata, ma detta nei confronti degli omosessuali, avrebbe dovuto destare tracotanza. Sa quale è la verità?».

Mi dica.
«Essere gay vuol dire essere intoccabili, ma soprattutto privilegiati». 

Dai blog