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Se per Tiziana Ferrario non è etico un orologio di lusso al polso

Daniela Mastromattei
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Non girare con un orologio costoso se non vuoi essere rapinato. È come dire: non indossare la minigonna altrimenti rischi lo stupro. Parole che fanno drizzare i capelli. Eppure c’è chi si è sentito in diritto di fare la morale al pilota Ferrari Carlos Sainz, derubato del suo prezioso cronografo. Il campione domenica passeggiava per le vie del centro di Milano ed è stato urtato da due giovani di nazionalità marocchina davanti all’hotel Armani che gli hanno strappato dal polso un Richard Mille (Per fortuna Sainz e il suo staff hanno rincorso e bloccato i ladri che avevano un terzo complice.

E il pilota è riuscito a rientrare in possesso del suo orologio. Ma non sempre gli scippi finiscono così). Tuttavia per la giornalista Tiziana Ferrario, già inviata Rai, con il cuore a sinistra e il portafoglio a destra (il suo stipendio annuo è stato anche di 230 mila euro, lordi), il tentato furto sarebbe da attribuire al comportamento sconsiderato del pilota di Formula 1 (terzo all’ultimo Gp di Monza). E lo scrive in un tweet la Ferrario: «Mi stupisce che ci sia un uomo che gira con 500 mila euro al polso senza provare alcun imbarazzo. Essere una persona di successo che guadagna tanto non comporta l’esibizione della propria ricchezza... questione di etica».

Insomma il pilota se la sarebbe cercata. I social insorgono. Sono tutti con lo spagnolo di 29 anni. E allora lei cancella il tweet e ne scrive un altro: «Sponsor o no, non si gira con un orologio da 500 mila euro al polso. È questione di etica anche per un pilota Ferrari. Ho tolto il post precedente perché dalle reazioni ho visto che sviava il senso del mio ragionamento». Ma la toppa è peggio del buco.

 

Toni demagogici che ricordano quelli dei parlamentari grillini. Ma anche di una certa sinistra. Per diritto di cronaca: linquenza, soprattutto straniera, che ha invaso la città. Nessun iniziativa, nessuna stretta. Una città allo sbando. E Tiziana Ferrario se la prende con chi viene derubato. Roba da matti. I tre, bloccati in via Manzoni, dopo essere stati inseguiti dal campione di F1, dal suo manager e da un componente del suo staff, pare avessero un ulteriore complice. La gip ha accolto la richiesta della pm Bonardi, secondo cui «sussistono a carico di chi è stato arrestato gravi indizi di colpevolezza (...) desumibili dall’avvenuto arresto in flagranza». A ciò si aggiungono «una spiccata pericolosità sociale (...) certamente tale da rendere assai probabile la reiterazione di analoghi», la loro presenza in «Italia clandestinamente e senza alcuna stabile occupazione lavorativa». Inoltre per la pm, che ha anche sottolineato la violenza con cui hanno agito, «le circostanze e modalità della rapina, la «scelta» della vittima, e, soprattutto, il valore, non comune, dell’orologio da polso dallo stesso indossato, sono indicativi di una pianificazione del colpo escludendosi, quindi, l’occasionalità della condotta». Non c’è bisogno di aggiungere altro.

 

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