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Terroristi e barconi: cosa dimenticano Giannini e Minniti

Tommaso Lorenzini
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Va detta una parola molto chiara: i terroristi non sono mai arrivati coni barconi». Marco Minniti, ex ministro dell’Interno, “Piazza pulita”, 12 ottobre. «Non un solo terrorista è venuto coi barconi, neanche uno». Massimo Giannini, ex direttore de La Stampa, “Otto e mezzo”, 12 ottobre. «Attenzione, i terroristi non sono mai entrati sui barconi». Alessandro De Angelis, giornalista, “Otto e mezzo”, 10 ottobre, che aggiunge, «siccome a pensar male ci si indovina, cosa significa? Che stanno cercando (quelli al governo, ndr) di coprire la déblâce sull’immigrazione per poter dire «ci sono i terroristi sui barconi” e arrivare a delle misure speciali tipo quelle che sta facendo il signor Sunak» in Inghilterra.

Parole in libertà che fanno seguito alla dichiarazione di Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, al Corriere della Sera: «I terroristi hanno più facilità a entrare sui barconi». Ora, l’unica spiegazione plausibile per giustificare le sparate di Minniti, Giannini e De Angelis, è che in costoro la necessità di criticare l’esecutivo sia così bruciante da aver prodotto uno choc capace di causare una perdita di memoria. Una considerevole e stupefacente (per non dire ridicola) perdita di memoria, perché le cronache raccontano tutt’altro e sorprende che si possa asserire in tv, in prima serata e senza nessuno a ribattere, che mai in Italia sono entrati terroristi, che mai nessuno ha sfruttato l’opacità e le coperture criminogene dei “viaggi della speranza”.

 


Brahim Aoussaoui (o Auoissa, secondo altre fonti), tunisino classe 1999, il 29 ottobre 2020 uccide tre persone (decapitandone una) presso la Cattedrale Notre-Dame di Nizza. Brahim è arrivato in Francia attraverso l’Italia, dopo essere approdato a Lampedusa il 20 settembre su uno dei venti barchini registrati quel giorno. Messo in quarantena sulla nave Rhapsody, viene sbarcato a Bari, riceve un decreto di respingimento (firmato dal prefetto di Bari e accompagnato da un ordine del questore ad abbandonare l’Italia entro sette giorni). Invece elude ogni controllo e, nel giro di un mese, si rivela sanguinario lupo solitario in Francia. Pochi anni prima, nel febbraio 2011, a Lampedusa sbarca il giovane Anis Amri: si dichiara minorenne e viene trasferito in un centro siciliano, dal quale si allontana. Il 19 dicembre 2016 è uno degli autori della strage al mercatino di Natale di Berlino (12 morti e 56 feriti). Fugge, viene intercettato ancora in Italia e muore in uno scontro a fuoco con due poliziotti a Sesto San Giovanni.

Nel dicembre del 2016, scendono da un barcone a Messina i gambiani Sillah Ousman e Alagie Touray. Tra aprile e giugno 2018 entrambi vengono arrestatati a Napoli: avevano partecipato a un addestramento militare in un campo mobile in Libia dove si formavano i futuri soldati o kamikaze dell’Isis ed erano pronti a compiere attentati in Europa. Nel dicembre del 2018, a Bari, il somalo Mohsin Omar Ibrahim, alias “Anass Khalil” viene arrestato perché progetta di far saltare per aria alcune chiese durante il periodo natalizio. Arrivato nel 2016 in Sicilia con un barcone, il somalo aveva raggiunto Forlì e, dopo aver ottenuto un permesso di soggiorno umanitario, era tornato a Bari, sistemandosi in uno stabile abusivamente occupato da extracomunitari vicino alla stazione. Il 7 gennaio 2018 Anass aveva colpito alla testa un passante con una bottigliata dopo aver visto un video dove si spronava i musulmani a far guerra ai cristiani nei loro Paesi.

Nel 2011 Adam Harun, nigeriano nato in Arabia, sbarca a Lampedusa dalla Libia dopo aver combattuto con al Qaida in Afghanistan e Africa. Reo confesso dell’uccisione di diversi soldati americani, viene estradato negli Usa e condannato all’ergastolo. Si dirà: fatti non recenti. Il 27 aprile 2023, la Procura di Messina ferma il 18enne siriano Al Asmi Sef Aldin, trattenuto presso il Cpr di Pian del Lago (Caltanissetta), sbarcato l’11 marzo a Messina. Sul suo telefono vari video inneggianti al jihad, e grosse contraddizioni durante l’interrogatorio. Ma, come avete sentito in tv, in Italia non arrivano terroristi sui barconi...

 

 

 

 

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