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Fancesca Albanese, chi è la piccola Boldrini che imperversa in tv

Francesco Storace
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Dopo Orsini, Francesca Albanese. Si affolla di strani personaggi il parterre televisivo: sono quelli che dalle loro bizzarre opinioni vorrebbero far dipendere la lettura dei fatti del mondo, ma il loro destino è solo di provocare fastidi nelle persone serie dotate di buonsenso. Riassunto delle puntate precedenti: all’Aria che Tira, condotta da David Parenzo, e poi dalla Gruber, a Ottoemezzo col nostro direttore Mario Sechi, la signora Albanese, relatrice-dell’Onu-presso-i-territori-occupati (giuro!), ne ha sparate davvero assai sul conflitto che coinvolge Israele dal momento in cui Hamas è passato all’azione in modo orribile.

Forse non serviva assistere alle sue performance in tv. Bastava Twitter, o X come l’ha ribattezzata Elon Musk. Un suo tweet da brividi a poche ore dai 5mila razzi del 7 ottobre: «La violenza di oggi deve essere contestualizzata. Quasi sessant’anni di governo militare ostile su un’intera popolazione civile (incomprensibilmente ignorato da troppe dichiarazioni ufficiali e mezzi di informazione) sono di per sé un’aggressione e la ricetta per una maggiore insicurezza per tutti». Con aggiunta televisiva sul diritto internazionale a cui dovrebbe attenersi lo Stato ebraico. Magari gliela fa lei una lezione sul tema a quelli di Hamas? Che cosa vuole contestualizzare questa Boldrini in miniatura? La democrazia che in Israele c’è e nella striscia di Gaza no? Lo sala “relatrice” che a Tel Aviv puoi contestare il premier e che se invece protesti “nei territori occupati” Hamas non ti processa e ti mette direttamente al muro?

 

 

 

Vuole sapere come sono fatti i suoi sostenitori, signora Albanese? Vada sui social, legga i commenti, guardi che dicono, ad esempio, di David Parenzo, che pure l’ha ospitata in tv: «Parenzo stesso che in quanto ebreo, sul tema va preso con le pinze». Complimenti. A questo signore manda lei un biglietto di ringraziamento? È talmente partigiana, la “relatrice dell’Onu” che Fiamma Nirenstein ha detto in tv che con l’Albanese non vuole condividere neppure «l’aria che respiro», lei è «un’odiatrice degli ebrei e di Israele». Azz, pure la Nirenstein è ebrea, non può parlare ve’?

Ma il meglio di sé Francesca Albanese l’ha messo in mostra proprio dalla Gruber. Dove scuoteva la testa – e si permetteva sorrisini imbarazzanti nel parlare di una tragedia - quando Sechi ricordava che Hamas non è un esercito regolare ma una banda di terroristi criminali e che non si può equiparare ad uno Stato come Israele. E che è «inaccettabile la pretesa che Israele sventoli bandiera bianca». Ma l’Onu ha una rappresentante per la quale difendersi dal terrorismo è il reato vero e proprio.

Perché secondo la Albanese lo Stato ebraico dovrebbe evitare ogni azione militare a Gaza, «ritirare l’occupazione, interrompere la colonizzazione e smettere di tenere sotto pressione cinque milioni di persone». Prego, si accomodino. Persino Lilli Gruber è stata costretta a ricordarle che parliamo della reazione a un attacco terroristico. La relatrice Onu come un carro armato: si tratta di «gravi crimini di guerra che vanno giudicati ma la risposta militare non serve a niente». Un processo, forse? Con toghe arabe? E insiste: «Serve una soluzione politica» ecco, come non averci pensato. E fa la rappresentante dell’Onu... Domanda alle Nazioni unite: ma questa signora bisogna tenersela per forza? La questione è stata posta anche da noi italiani, col presidente della commissione Esteri del Senato, Giulio Terzi di Sant’Agata (Fdi), che ha chiesto al ministro Tajani di sollecitare le Nazioni unite perla nomina di un diverso relatore, imparziale e obiettivo. Stavamo dimenticando: è bastato nominare la proposta di sostituzione della Albanese all’Onu che è subito partito il primo appello. Immancabile. Con le solite associazioni, i soliti parlamentari, i soliti professori. E ovviamente Laura Boldrini. Tutto torna. La Albanese è una Boldrini piccola piccola. 

 

 

 

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