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Gad Lerner accusa Libero che difende Israele (e sta con chi spera nella fine di Tel Aviv)

Lorenzo Mottola
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Tocca dare una brutta notizia ai lettori, pare che Gad Lerner si sia risentito per il titolo d’apertura di Libero di ieri. Per chi se lo fosse perso, facciamo un piccolo riassunto: l’articolo di Massimo Sanvito descriveva un documento circolato tra gli ebrei milanesi che ci è sembrato importante per capire il clima in cui questa comunità è costretta a vivere. Si tratta di un vademecum, dieci regole da seguire per evitare problemi legati al terrorismo. Tra queste: nascondere qualsiasi segno possa ricondurre alla religione, evitare assembramenti, non fermarsi di fronte ai luoghi di culto, cambiare i luoghi d’incontro e così via. Istruzioni che abbiamo tradotto nel titolo: «Ebrei italiani, nascondetevi». E l’ex direttore del Tg1 non ha gradito, tanto da scrivere sui social: «Ma nascondetevi voi! Ecco un titolo forzato e volgare, cioè falso. Da certi neofiti difensori di Israele ci guardi Iddio».

Ora, ovviamente ci scusiamo se qualcuno si è sentito offeso da questa nostra sintesi, che per la verità sembra rispecchiare il senso di quei precetti. Per Lerner, però, abbiamo un modesto suggerimento: se non gradisce il modo in cui ci occupiamo delle questioni che riguardano la sua gente, forse potrà rivolgersi ad alcuni dei suoi colleghi e compagni che sicuramente sapranno fare meglio. Qualche esempio. Andrea Scanzi, che scrive sul suo medesimo giornale e che lunedì in televisione sentenziava che il governo di Gerusalemme cerca «lo sterminio» degli abitanti di Gaza. Alessandro Orsini, sempre del Fatto, che recentemente si è lanciato in uno spericolato parallelo tra il numero di bimbi ammazzati da Israele e da Hitler e del quale ricorderemo le parole: «Tra Netanyahu e Isis non esiste nessuna differenza. Entrambi massacrano i bambini di religione diversa dalla loro soltanto che Netanyahu ammazza molti più bambini di Isis, al Qaeda e Hamas messi insieme». Frasette che difficilmente lo faranno finire nel Giardino dei Giusti della comunità ebraica milanese. E non dimentichiamo Marco Travaglio, che in questi giorni ha spiegato che «l’invasione di Gaza serve solo a sterminare un popolo».

 



Da segnalare anche Ginevra Bompiani, con la quale il giornalista ha condiviso importanti campagne, e che in questi giorni ha dichiarato pubblicamente che «Israele è peggio di Hamas». Rimanendo nell’ambito politico, si potrebbe passare ai tanti amici del Partito Democratico, del quale Lerner è stato membro per tanti anni. Quelli che anche dopo le stragi nei kibbutz ci hanno tenuto a ribadire di essere «sempre dalla parte della Palestina» come Mia Diop, astro nascente del partito vicina a Elly Schlein. C’è poi Rachele Scarpa, parlamentare Pd, che invitava i cittadini a farsi un’opinione sul conflitto arabo-israeliano seguendo canali come “Progetto Palestina”. Segnaliamo anche Mattia Santori, che tra le sue Sardine ha arruolato anche Nibras Asfa, moglie del sostenitore di Hamas Suleiman Hijazi, il quale ha accolto gli attacchi ai kibbutz con un «lode a Dio». Il Pd lo aveva invitato anche a parlare in Parlamento. L’elenco lo fermiamo qui anche perché il concetto inizia ad apparire chiaro. Diceva Sun Tzu: «Conosci i nemici come conosci te stesso». Lerner, che è uno stratega, ha scelto di vivere proprio in mezzo a loro.

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