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Di Battista e Moni Ovadia? Quelli che odiano gli ebrei, ma a Gaza... smascherati

Giovanni Sallusti
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Due istantanee dalla rete che catturano meglio di tante lenzuolate l’ipocrisia della contemporaneità. Per dirla sbrigativamente, si tratta dell’arte di sputare sull’Occidente al caldo del benessere e delle libertà occidentali. Un’arte in cui eccelle l’odierna sinistra terzomondista e islamofila. Quella che ha sequestrato i campus universitari e le piazze di molte città d’America e d’Europa per inneggiare ai tagliagole di Hamas, demonizzare l’ebreo, calpestare la nazione se non la civiltà d’appartenenza. A tutti costoro Megyn Kelly, opinionista e conduttrice popolarissima negli States, ha dedicato un video che è diventato virale. Il messaggio è asciutto, fallaciano: «Non vi piace l’America? Andatevene!».

Nessuno vi trattiene nella terra del Grande Satana. «Avete liberamente scelto questo Paese per viverci ma non ci state bene? Andatevene!». Se pensate di stare all’inferno liberista e guerrafondaio liberatevi, recatevi in uno dei paradisi esotici, comunitari, totalitari che glorificate nei vostri slo gan. Seconda istantanea, sempre tramite video rimbalzato sui social. Si vede la polizia israeliana che fa visita a una palestinese cui era stato dato il permesso di risiedere nello Stato ebraico. Gli agenti le leggono un’ordinanza da cui si capisce che la gentildonna aveva diffuso contenuti in cui esultava pubblicamente per il macello nazislamico del 7 ottobre.

 

 

Perfetto, le dicono, da oggi siamo lieti di dirle che si ricongiunge coi suoi macellai di fiducia, torna a Gaza. La signora però stranamente non festeggia, ma inizia a strillare «No! No!» e a piangere. Perché la schizofrenia tra l’atto e la parola, tra la vita e l’ideologia, è l’essenza di questi odiatori privilegiati. È il motivo per cui Alessandro Orsini si guarda bene dal trasferirsi in Russia, lo pseudomullah Di Battista non si sogna nemmeno di prender casa in Iran, il “comunista” Moni Ovadia non vive a Cuba né in Cina. No, loro vogliono odiare l’Occidente all’occidentale, tra un cocktail e un’ospitata tivù. Sono ossimori viventi.

 

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