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Paolo Crepet e la femminista, volano stracci a PiazzaPulita: "Come parlate?"

Roberto Tortora
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Scontro generazionale a Piazzapulita, talk politico di La7 condotto da Corrado Formigli. Il tema è quello scatenatosi dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin da parte del suo fidanzato, cioè quali soluzioni trovare nei confronti di una società patriarcale e prevaricante. È stato messo sotto accusa il maschio in quanto tale e Formigli chiede allo psicologo Paolo Crepet se questa critica lo infastidisca. Crepet nega, ma fa una critica ai giovani di oggi: “Perché dovrebbe infastidirmi? Io sono stato da giovane molto radicale, ho fatto parte di un gruppo di persone che hanno cercato di chiudere i manicomi, che era un'idea molto radicale, si figuri se io posso pensare che chi professa idee radicali possa aver sbagliato. Però, poi, c'è il che cosa fare, cioè – spiega Crepet - la fiaccolata finisce, il progetto no. Quale società mettiamo nel progetto? La scuola, questa scuola qui, questa educazione qui, questi social media qui, che voi giovani usate? Come si fa a parlare in un liceo, se tutti stanno sul telefonino, come diavolo fate a parlare?”. A queste parole, dissente a gesti Valeria Fonte e Crepet chiude, stavolta sì infastidito: “No, non va bene nemmeno questo, allora mandatevi un selfie, mandatevi un Instagram che farete carriera”.

A quel punto la Fonte, giovane attivista e scrittrice che ha lanciato la farse diventata virale "è stato il vostro bravo ragazzo" riferito a Filippo Turetta, prende la parola e contesta lo psicologo: “Questa, a mio avviso, è la scusa dietro cui si nascondono le vecchie generazioni, cioè che i giovani di oggi non ascoltano, che i giovani di oggi sono attaccati ai cellulari, che i giovani di oggi non hanno capacità critica, non hanno uno spirito politico. Questo è immensamente falso e lo abbiamo visto nelle piazze di questi giorni, quanto sono state piene le piazze di questi giorni per Giulia per la sorella Elena. Non è vero che i ragazzi che usano Instagram, che usano i social non hanno a cuore l'educazione e non è vero – afferma l’influencer, da oltre 60mila follower - che non ascoltano, sono proprio quei giovani che invece non vengono ascoltati". 

 

E ancora: "Questo è un Paese per vecchi diremmo, un Paese che nelle posizioni apicali ha sempre: uomini, bianchi, vecchi. Questo ci dimostra che non c'è la voce dei giovani al governo, di chi ha bisogno di cose reali e concrete. Parliamo, per esempio, di una donna di 22 anni, prendiamo l'età che aveva Giulia: denuncia, perché il suo fidanzato la stalkera, denuncia una volta e le dicono che non va bene, denuncia due volte e ‘hai delle prove?’, tre volte e ‘ti serve un testimone’, alla quarta lui la uccide. Questo è un sistema che fallisce con le persone giovani, perché non ha a cuore la loro vita e il loro futuro e questo lo abbiamo visto benissimo in questi giorni. Il fatto che Giulia sia stata uccisa e che questo sia un femminicidio gravissimo implica un sostrato che noi non vediamo. Qui – prosegue la Fonte - c'è la mancanza di educazione nelle scuole, digitale sicuramente, affettiva, sessuale, è come se fosse veramente un vaccino. Dai tre anni in poi bisogna insegnare ai bambini e alle bambine l'educazione in tutte le sue sfaccettature, perché questo è l'unico modo che abbiamo per contrastare il problema”, conclude la Fonte.

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