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Bruno Vespa e le bollette, "Cartelli da combattere"

Roberto Tortora
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In vista del cambio di gestione in ambito di forniture di gas e luce che scatterà dal 1 gennaio 2024, il cosiddetto “mercato libero”, risparmieremo o no sulle bollette? È uno dei temi di cui si dibatte a Dritto e Rovescio, talk di approfondimento politico di Rete4, condotto da Paolo Del Debbio.

Tra gli ospiti in studio, un suo illustre collega, il padrone di casa di Porta a Porta Bruno Vespa, che dice la sua sull’argomento. Queste le parole del giornalista di Rai1: “Intanto prima parlavate di cartelli e noi abbiamo un'Authority piuttosto efficace, i cartelli vanno combattuti, ci sono stati in alcuni settori, le richieste ci sono state, le sanzioni anche. Quindi alta vigilanza sui cartelli, che son quelli che riescono a non far diminuire i prezzi. Punto primo. Punto secondo, in Italia c'è sempre una fascia altissima di categorie protette: quelle a basso reddito, quelli che hanno più di 65 anni, quindi alla fine se vai a scremare una buona parte continua ad avere il mercato tutelato”.

 

 

 

C’è anche un’altra giornalista presente nel salotto di Del Debbio, è Claudia Fusani, de Il Riformista, che giudica il governo incapace di decidere: “Il problema è che all'interno del governo non sanno cosa devono fare. Forza Italia ha fatto una conferenza stampa in cui dice sì al mercato libero, però bisogna accompagnare etc... Invece, la Lega e Salvini dicono no, assolutamente, bisogna rinviare, prorogare, prorogare. Il ministro Fitto, quello che ha fatto questo pasticcio, è quello che finora ha tenuto il punto e dispiace, perché lui ha fatto 144 modifiche, di cui 14 riforme, quando Fitto dice che non può toccare questa riforma, beh alla fine ne ha toccate 14”. 

 

 


 

Simona Malpezzi, del Pd, stronca infine le decisioni della Meloni: “Speriamo che il governo ci ascolti, noi abbiamo chiesto che fosse necessario che si arrivasse a quella soluzione con una fase transitoria. Cosa che Mario Draghi aveva previsto, proprio per tutelare le fasce più vulnerabili, per accompagnare un cambiamento che, altrimenti, si trasforma in una tassa. A me dispiace, quello che il governo ha fatto è una tassa, noi la chiamiamo la "tassa Meloni". Riguarda quasi 10 milioni di italiani, mentre Giorgia Meloni non ha voluto intervenire usando le stesse ragioni sulla questione dei balneari, che sono ancora lì senza soluzione rispetto alla concorrenza e alle liberalizzazioni, sulla questione dei tassisti che sono ancora lì, categorie rispetto alle quali non si tocca il problema. Mi dispiace che si sia voluto toccare il problema per quasi 10 milioni di italiani, che oggi rischiano di trovarsi con una tassa in un contesto del tutto non semplice”.

 

 

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