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Franco Prodi, se l'Usigrai vuole dare lezioni sul clima anche al professore

Pietro Senaldi
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Franco Prodi non sta simpatico alla sinistra. D’altronde neppure il fratello Romano, visto che i compagni lo hanno mandato a casa ben due volte malgrado sia stato il solo in grado di fargli vincere le elezioni nell’ultimo secolo. Succede che ieri su Radio1, nella loro trasmissione “Il rosso e il nero”, Vladimir Luxuria e Francesco Storace abbiano mandato in onda due interviste contrapposte sul cambiamento climatico.

Una a Bernardo Gozzini, rispettabile climatologo del Centro Nazionale di Ricerche (Cnr), il quale prevede annidi siccità e sostiene le massime responsabilità dell’uomo sul surriscaldamento del pianeta. L’altra appunto a Franco Prodi, che ha un curriculum che pesa un quintale, avendo diretto l’Istituto di Scienze Atmosferiche del Clima del Cnr, avendo insegnato all’università Meteorologia, Fisica, Termodinamica e Geofisica e avendo lavorato anche per il Centro per gli Studi Atmosferici degli Stati Uniti e però nutre e manifesta forti dubbi sull’influenza dell’attività umana sul clima. In tempi di siccità aveva anche affermato in un’intervista a Libero che la pioggia dipende dalle nubi e che nella storia è sempre capitato, fin da prima dei tempi delle piaghe d’Egitto, che non piovesse per mesi e poi diluviasse per settimane, cosa che puntualmente avvenne una decina di giorni dopo la pubblicazione della sua opinione sulla nostra testata.

Ebbene, il confronto di opinioni tra un professore ordinario e uno di rilevanza mondiale non è andato giù ai giornalisti Rai dell’Usigrai, il sindacato di tendenze sinistre, i quali hanno ufficialmente “preso le distanze dalle tesi anti-scientiste andate in onda a “Il rosso e il nero”, rampognando i conduttori perché «un problema serio non può essere affrontato con tesi da bar». Naturalmente secondo i sapientoni del sindacato le tesi da bar sono quelle del professore dai titoli sterminati, che non sarebbe uno scienziato in quanto ha la gran colpa di non pensarla come loro, i quali sono così esperti da non leggere neppure le previsioni del tempo. I protestatari rivendicano «il pluralismo di idee e opinioni» ma esprimono «un netto no a tesi antiscientifiche, visto che la Rai è servizio pubblico e ha sempre raccontato quanto i cambiamenti climatici siano un’emergenza».

 

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