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Paolo Crepet, lo sfogo: "Andate in strada e vedete chi sono quei ragazzini", una società allo sbando?

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La morte di Ivan Alexandru, forse per errore, sta scuotendo l'Italia. Sulla vicenda del 14enne freddato da alcuni colpi di pistola esplosi da un'auto alle porte di Roma si sofferma anche Paolo Crepet. Per lo psichiatra "le periferie abbandonate sono un terreno difficile da sempre, prego però l’opinione pubblica di non stropicciarsi gli occhi dinanzi al fatto che un quattordicenne sia rimasto vittima di un regolamento di conti tra bande, perché di questo si tratta, di un vero e proprio regolamento di conti, con l’unica differenza che se hai 14 anni la tua banda si chiama 'baby gang', altrimenti si chiamerebbe criminalità organizzata".

Il ragazzo, di origini romene, è stato ucciso nella notte nel parcheggio della metro Pantano a Monte Compatri. Ma cosa ci faceva lì a quell'ora un ragazzo così giovane? "I quattordicenni - replica Crepet secondo quanto riportato dal Tempo - oggi sono tali e quali ai ventenni di 40 anni fa e questo è evidente anche agli ipovedenti. Questa poi è Roma, con le sue periferie abbandonate, paradossalmente forse migliore degli anni Settanta quando c’erano terrorismo e banda della Magliana. Queste ora non ci sono più, ma i giovani sono allo sbando e sempre in età più tenera che tenera non è, perché vivono da adulti, si comportano da adulti e delinquono come gli adulti".

 

 

L'esempio? "Se andiamo in strada e prendiamo i membri di una banda, sono quasi tutti ragazzini che hanno abbandonato precocemente la scuola, tra questi ci sono anche tante ragazzine. La deriva non si può certamente arginare, ma si potrebbe prevenire intervenendo sulla scuola. Lo Stato può farlo, può intervenire sulla scuola, ma non può farlo sulle famiglie che hanno una 'propria giurisdizione', al massimo può farlo indirettamente indagando in quelle case in cui ci sono minori che abbandonano gli studi precocemente". 

 

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