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Patrick Zaki, lo sfregio alle donne israeliane proprio l'8 marzo

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Le elenca tutte, le donne simbolo per l’8 marzo, Patrick Zaki. Meno le donne israeliane ostaggio o uccise da Hamas. L’attivista per diritti umani, su X, annuncia il «rumore per tutte le donne del mondo. Per Giulia Cecchettin, per Ilaria Salis, per le donne palestinesi che difendono i loro figli dai proiettili e dai missili dell’esercito israeliano, per le donne sudanesi violentate da entrambe le parti del conflitto armato, per le donne ribelli dell’Iran, per le donne del Congo. Per i diritti delle donne».

Sarà una coincidenza, ma Zaki non cita le donne israeliane vittime del terrorismo palestinese, come aveva previsto l’ambasciata d’Israele. La rappresentanza dello Stato ebraico aveva invitato le femministe a non dimenticare le israeliane vittime degli orrori di Hamas. Tutto inutile: «Nel mondo chi compie atti come questi viene chiamato “assassino e stupratore”, ma se si tratta di Israele, egli fa parte della “Resistenza”».

 

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