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Christian Raimo, ecco il prof che insegna a picchiare i neo-nazi

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Alessandro Gonzato
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Cronaca di un venerdì mattina di un venerdì santo, ieri, quando su La7, all’“Aria che tira” – aria di burrasca – tuona il professor Christian Raimo, professore di filosofia: «Cosa bisogna fare coi neonazisti? Bisogna picchiarli». David Parenzo, presentatore in versione generale Bernacca, prende le distanze e prova a placare il vento: «No, no, aspetti Raimo...». Niente, Raimo insiste. Si sta parlando di Ilaria Salis, detenuta in Ungheria con l’accusa di aver preso parte al pestaggio di due teste rasate. «La Salis ha fatto bene...», insiste l’insegnante. Interviene la dem Laura Boldrini, che tiene a precisare: «Lei dice che non li ha picchiati, eh...».

Parenzo guarda il prof e ci riprova: «È una provocazione...». Aspetta un “sì”, almeno un cenno con la testa. Nein. Raimo è scatenato, non si contiene, sembra Carletto Mazzone ai tempi del Brescia che corre a perdifiato sotto la curva dell’Atalanta per esultare in faccia agli avversari, ma in quel caso il nazismo non c’entrava niente. «Io dico che secondo me», testuale, il professore, «io insegno a scuola... Penso che picchiare i neonazisti sia giusto». Prende le distanze pure la Boldrini: «No, dai, non si picchia nessuno, Raimo». Di nuovo Parenzo: «Professore, lei sa che in questa trasmissione parlano tutti, tutti... ma nessuno era mai arrivato a dire in diretta “Io insegno ai miei studenti a picchiare i neonazisti”, questo non si può dire». Raimo, che è collega della Salis (la donna, ricordiamo, è insegnante) prova ad aggiustare un po’ il tiro, ma è tardi: «Io non insegno a picchiare, ma insegno ai miei studenti che la democrazia c’è perché a un certo punto c’è stata un’opposizione seria di fronte al nazismo, ok? Allora, la Salis non stava picchiando un neonazista, stava assistendo in qualche modo a una manifestazione in cui, in qualche modo (ma in che modo? ndr) si contrastava una...».

 

Parenzo gli fa notare che saranno stati pure neonazisti, ma che i rivali di estrema sinistra, i componenti della “banda del martello”, stavano provando a spaccargli la testa, ai neonazisti. Boldrini: «La Salis però ha sempre negato di aver partecipato al pestaggio». Raimo: «Quando c’è qualcuno come in Ungheria... milizie armate colluse col governo... milizie armate neo-naziste che in qualche modo (rinunciamo a capire quale, ndr)... Cosa bisogna fare per contestare quel tipo di democrazia? Contestare in qualunque modo». Raimo aveva preso la rincorsa partendo da Sacco e Vanzetti: «Si vede anche nel film... a un certo punto loro cambiano sistema di difesa... “Abbiamo sbagliato a non politicizzare la vicenda”, e così iniziano a politicizzare la vicenda». Tutto chiaro, no? Raimo collabora con l’Internazionale, è stato assessore alla Cultura del III municipio di Roma, è il fratello della scrittrice Veronica Raimo e ha collaborato al libro “Figuracce”. Ha fatto anche cabaret. Qui però siamo alla tragicommedia...

 

 

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