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Carlo De Benedetti, bordate a John Elkann: "Un pavido. La Fiat non esiste più"

Carlo De Benedetti

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Carlo De Benedetti non risparmia bordate a John Elkann nella quarta puntata di 100 minuti, il programma di La7 condotto e scritto da Corrado Formigli e Alberto Nerazzini. La puntata di ieri sera 29 aprile è intitolata "Autostop" e ripercorre la storia della Fiat, che oggi "non esiste più", come sottolinea l'Ingegnere, e di Stellantis.

La storica industria automobilistica italiana e le vicende che ruotano intorno agli Agnelli-Elkann viene sviscerata nell'inchiesta di Giovanna Boursier. Si parte dalla battaglia sulla eredità dell'Avvocato Gianni Angelli e si arriva a John Elkann che detiene di fatto il comando di tutto il patrimonio che fu del nonno. Ma Agnelli e John Elkann, come spiega molto bene Carlo De Benedetti, sono due persone molto diverse, con caratteristiche differenti. 

Agnelli viene descritto da De Benedetti - che peraltro è stato amministratore delegato della Fiat per meno di quattro mesi nel 1976 – come una persona "intuitiva", "geniale", "autoironica" magari anche "non adatto per il ruolo che aveva" ma attaccato alla sua azienda, all'auto, alla bellezza, ai suoi lavoratori. "Non è mai stato un imprenditore Agnelli. Mi disse 'se mi avessero dato da gestire un’edicola sarei stato capace di farla fallire'", rivela l'Ingegnere.

Il ritratto che invece fa De Benedetti fa di John Elkann è negativo. L'Ingegnere lo definisce un "pavido". Ad un certo punto dell'Intervista l'Ingegnere parla dell’acquisizione della maggioranza del gruppo Gedi - ovvero La Stampa, Il secolo XIX, e il gruppo Espresso - da parte di John Elkann e i retroscena dell’operazione. "John Elkann ha distrutto La Repubblica. Ed è la verità. Se l'è comprata solo perché aveva paura che se la comprasse Montezemolo, questo non lo sa nessuno, lo dico qui per la prima volta". Lo ha fatto "per vanità".

Qui il video di Carlo De Benedetti

 

La giornalista de Il Corriere della Sera Bianca Carretto parla poi di Sergio Marchionne e del suo rapporto con la Fiat, con gli Elkann e gli ultimi desideri prima della morte. "Lui non avrebbe mai fatto l’alleanza con Peugeot".

Nell'inchiesta si parla anche della dismissione della Fiat: dalla cassaintegrazione a Mirafiori (che un tempo era la più grande fabbrica di automobili in Europa) alla Magneti Marelli e alla Bertone di Grugliasco, finita addirittura in vendita su Immobiliare.it. Il crollo di una azienda italiana. 

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