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Giannini e la chat del 25 aprile, la battuta di Vergassola che ha gelato tutti

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"Il mio mestiere è un altro e a fare l'opposizione in Italia ci sono già sei partiti". Queste, più o meno, le parole con cui Enrico Mentana ha abbandonato (presto) il gruppo Whatsapp creato dall'editorialista di Repubblica Massimo Giannini in occasione del 25 aprile

A riportarlo, in una cronaca illuminante, è Stefano Cappellini che di Giannini è illustrissimo collega di testata. Quella chat assai chiacchierata, a destra e a sinistra, è "meglio di un sondaggio o di una ricerca demoscopica", sottolinea. Quella chat "dice che in Italia, oggi, l'opposizione non c'è. Esistono i partiti di opposizione, che è un'altra cosa. Al gruppo partecipano, da osservatori o attivamente, anche molti politici, parecchi del Pd. Ecco, se dopo un anno di nuovo corso del Partito democratico il sentimento è questo, Schlein farebbe bene a porsi a qualche domanda su come sta andando l'esperimento".

 

 

 

Non solo la segretaria dem, per la verità. La ricostruzione di quanto accaduto in quelle prime ore dello scorso 25 aprile è a tratti surreale. Giannini "ha radunato qualche centinaio dei suoi contatti telefonici e ha aperto un gruppo su Whatsapp chiamato '25 aprile' - scrive Cappellini -. Insieme agli auguri, una cartolina con citazione di Sandro Pertini e un sentore di allarme per quello che sta accadendo nell'Italia meloniana". Una ideale "chiamata alle armi intellettuali" di tutti gli antifascisti. "Il flusso dei messaggini era da subito così serrato e sentito che qualcuno ha cominciato a dire: 'Ma non è che qui sta succedendo qualcosa che è molto più di un semplice scambio di auguri?'".

 

 

 

Risultato: in tanti hanno invitati amici vip, non solo del giornalismo e della politica ma pure dello spettacolo ("Luca Zingaretti, Beppe Fiorello, Eugenio Finardi, Claudio Amendola, ma anche Alessandro Profumo, Carlo De Benedetti"). Ed è proprio un comico, Dario Vergassola, a riassumere al meglio insieme a Mentana il senso di incompiutezza di questa avventura che lo stesso Cappellini, in qualche modo, indica come esempio di classico "velleitarismo" progressista: "Siamo più di 900 partecipanti, a mille partono le scissioni".

 

 

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