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Autonomia, Paolo Mieli affonda il Pd: "... e per caso era la Schlein. La politica perde credibilità"

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Al centro del dibattito politico resta l'Autonomia differenziata, approvata in Parlamento la scorsa settimana. Una legge su cui la Lega ha speso anni di battaglia politica, fino a raggiungere l'obiettivo. Un'autonomia a favore della quale - e ve ne abbiamo date diversi esempi negli ultimi giorni - si era schierata anche gran parte della sinistra, salvo ora sostenere l'esatto opposto semplicemente perché la legge è stata varata dal centrodestra.

E sul tema-Autonomia, ospite in collegamento a Tagadà su La7, la puntata è quella di lunedì 24 giugno, dice la sua Paolo Mieli. Nel mirino dell'ex direttore del Corriere della Sera ci finisce anche Roberto Occhiuto, presidente della Calabria di Forza Italia, che si è scagliato contro la legge. "Salvini chiaramente ce l'aveva con Occhiuto, il presidente di Forza Italia in Calabria che ha detto in modo acceso che a lui l'autonomia differenziata non gli piace - esordisce Paolo Mieli- . E su questa cosa ha ragione Salvini: ognuno può pensare ciò che vuole, ma quando le leggi arrivano in Parlamento, il giochetto di posizionarsi in modo diverso... una battaglia politica esige che almeno non ci sia un dissenso radicale. E se c'è esci dal partito, te ne vai, ti fai eleggere con un altro schieramento. Ma questo giochetto che se stai al Sud, sei meridionale, allora prendi le distanze e poi stai comunque al gioco... io lo trovo non opportuno", rimarca Paolo Mieli senza fare sconto alcuno ad Occhiuto.

Nel mirino del giornalista, poi, ci finisce la sinistra con le sue ipocrisie. "In anni passati era stato il centrosinistra a farsi sponsor dell'Autonomia differenziata. Il riferimento è a Stefano Bonaccini? Sì, a lui ma anche alla vicepresidente, che per caso era Elly Schlein, oggi segretaria del Pd - ricorda Mieli -. È un caso piuttosto clamoroso: era il 2019, non il 1919. Diranno che la legge di oggi non è esattamente quello che volevano. Ma da lì a dire che è una dittatura, che stiamo precipitando in un sistema autoritario fa perdere credibilità alla politica", conclude Paolo Mieli.

Tagadà, l'intervento di Paolo Mieli: clicca qui per vedere il video

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