Luca Ricolfi suona la sveglia alla sinistra: "La Cgil che vota Lega"

"È dagli anni Novanta che, nelle fabbriche, è comparsa la figura dell’operaio bifronte": il politologo e la critica serratissima al fronte progressista dopo il referendum
mercoledì 11 giugno 2025
Luca Ricolfi suona la sveglia alla sinistra: "La Cgil che vota Lega"
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Un flop, quello del referendum, che dovrebbe insegnare. Secondo Luca Ricolfi, sociologo e politologo, tale misura andrebbe dosata. "Di referendum se ne dovrebbero fare al massimo uno ogni cinque anni", esordisce sulle colonne del Foglio prima di elencare la seconda e terza "lezione". "Mai quesiti multipli. Solo quesiti chiari, su questioni importanti per la maggior parte dei cittadini".

Ma la lezione più sbagliata di tutte, e che la sinistra ancora non ha capito, è quella di abbassare il quorum. Il motivo a detta di Ricolfi lo ha spiegato bene Sabino Cassese. L'ex giudice della Corte Costituzionale ha ricordato che "non si può consentire che la democrazia diretta espropri quella rappresentativa". 

Da qui il rimprovero a Elly Schlein che ha rivendicato lo stesso i 14 milioni di voti ottenuti come prova di vitalità del centrosinistra. "Il test del numero di votanti è tecnicamente sbagliato, perché assume che a recarsi al voto sia stato solo il ‘popolo di sinistra’. È verosimile, invece, che a recarsi al voto sia stato anche una frazione di elettorato che, alle Politiche, voterebbe a destra. Anche il conteggio dei sì ai referendum sul lavoro è sbagliato, perché certamente una parte di quei sì sono semplicemente di matrice sindacale: non lo sanno, i vari Conte-Landini-Schlein, che è dagli anni Novanta che, nelle fabbriche, è comparsa la figura dell’operaio bifronte, che vota Lega con la tessera della Cgil in tasca?".

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Insomma, la disfatta del centrosinistra è chiara, va solo ammessa. Da qui c'è una sola domanda: se la resa dei conti sarà aperta, con un congresso del Pd, o sarà sorda, con il solito stillicidio di veleni".

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