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Andrea Scanzi insulta Fiorello: "Come l'italiano medio, cos'è davvero"

di Claudio Brigliadorigiovedì 9 ottobre 2025
Andrea Scanzi insulta Fiorello: "Come l'italiano medio, cos'è davvero"

(Ansa)

3' di lettura

L'ultimo vip finito nel mirino di Andrea Scanzi? Non Giorgia Meloni, Matteo Salvini o Maurizio Gasparri, quelli li aveva già "massacrati" per bene nei giorni scorsi. No, è Fiorello. Strano, ma fino a un certo punto.

Sui social la penna del Fatto quotidiano è una potenza, uno di quegli influencer in grado di mettere insieme grandi numeri e grande livore, mescolando politica e polemica con quelle passioni personali (dalla musica al tennis) che contribuiscono a creare "il personaggio" e generare engagement, "coinvolgimento". Vale a dire a reazioni (like, per esempio) e coinvolgimento (commenti e contro-commenti).

La linea ideolgica di Scanzi è nota. Mediaticamente, è forse ancora più spregiudicato del quotidiano per cui scrive e del suo direttore, Marco Travaglio. Pubblica foto dei suoi bersagli, li sbeffeggia in ogni modo possibile, compreso quello fisico (perché il bodyshaming è deplorevole, sì, ma solo se lo fa qualcuno "non di sinistra" evidentemente) li accusa di qualsiasi nefandezza restando comunque all'interno di una "community" che apprezza quel tiro al piccione, dunque senza esporsi troppo al rischio backfire, la contro-replica anche conto-terzi. Punta il dito, incalza, alza il tiro.

Il tema, in questo caso, è ovviamente Gaza. E il modo in cui lo affronta Scanzi è tanto più pericoloso quanto eclatante. Perché fa passare il messaggio che chi non si espone pubblicamente è "complice del genocidio", un "collaborazionista", ha le mani "sporche di sangue" (accusa, questa, che ha provocato addirittura una denuncia contro la premier Meloni, a scanso di equivoci). E' una gogna vera e propria, con centinaia di migliaia di utenti che vengono raggiunti contemporaneamente dalla comunicazione. Fomentati. Aizzati.

"Finalmente molti artisti dicono la loro su Gaza e Palestina. Il Fatto ha aperto in merito un appello agli artisti, e in tanti stanno aderendo. Qualcuno, in verità, ne parla e si schiera da sempre (tipo Mannoia o Iacchetti). Tanti altri, ahinoi, non lo fanno mai. La lista è lunghissima", si lamenta Scanzi. Che coglie l'iniziativa del suo giornale per rovesciare sul malcapitato una vagonata di fango.

"Tra questi, oserei dire al primo posto, il comichetto innocuo per antonomasia: Fiorello. L'emblema del 'quasi artista' furbino, sempre in prima fila quando c'è da fare spot e sempre in ultima fila quando c'è anche solo da rischiare mezza frase o battuta. Se il coraggio facesse reddito, Fiorello sarebbe in bancarotta da una vita". E fin qui, le carezze.

"Disinnescato per scelta, buono per tutte le stagioni, finto simpatico (se qualcuno osa imitarlo o criticarlo si incaxxa come pochi), rancoroso e vendicativo come nessuno: la quintessenza del cerchiobottismo da bosco e da riviera - è la descrizione che il giornalista regala al celebre conduttore -. Perfetto come nessuno per i varietà nazionalpopolari, perché sa fare benissimo tutto e al tempo stesso niente, da eterno animatore da villaggio turistico qual è". Secondo Scanzi, Fiorello "è l'incarnazione dell'italiano medio che tiene famiglia. Pavido a prescindere, calcolatore, furbamente apolitico, comico ma mai satirico, bravo come nessuno nel non prendere mai veramente contropelo nessuno (se non chi fa comodo attaccare, e lì Fiorello si scatena, per essere ancora più mainstream e filo-governativo)".

Siamo davanti a una escalation: "Parafrasando la mitica locura del mitico Boris, Fiorello (Rosario) è l'intrattenitore per antonomasia nel paese delle musichette, mentre fuori c'è la morte. Se fosse una cantante, sarebbe Laura Pausini. Se fosse un vino, sarebbe una gazzosa. Se fosse conformista, sarebbe Fiorello". E tutto questo semplicemente non per avere un'idea opposta a quella di Scanzi, che si autoproclama ovviamente nel giusto. No, inserito nel novero dei "macellai morali" solo per il fatto di non essersi esposto. O, semplicemente, di non avere sul punto, tra i più drammatici e complessi della storia contemporanea, una visione bianco/nero. Noi, cosa pensa Fiorello su Gaza e Israele, non lo sappiamo. Ma sappiamo benissimo cosa pensa Scanzi di quelli che non hanno le sue stesse certezze, senza sfumature.