Ormai è il “one man show” della sinistra italiana. Sigfrido Ranucci è tornato in tv la scorsa domenica con la prima puntata di Report, sta passando da un palco all’altro pontificando sulla libertà di stampa e sui pericoli portati dal centrodestra al governo e ora si prepara all’ennesima passerella: mercoledì 5 novembre sarà ascoltato in Commissione di Vigilanza Rai insieme al direttore dell’Approfondimento Rai Paolo Corsini. Il via libera è arrivato ieri con il voto favorevole di tutti i capigruppo delle forze politiche del Parlamento dopo la richiesta di audizione avanzata dall’opposizione.
In casa Cinquestelle, dopo essere stati in prima fila nella manifestazione indetta dopo l’attentato al giornalista, si festeggia. «Sarò davvero felice di accoglierlo», ha detto Barbara Floridia, grillina a capo della commissione, che poi ha aggiunto: «È un atto dovuto davanti a un fatto straordinario, ma anche un importante segnale politico di vicinanza e di attenzione di fronte a un evento che ha profondamente colpito l’opinione pubblica, suscitando solidarietà e riflessione ben oltre i confini del nostro Paese». Un messaggio a cui ha fatto seguito il comunicato del M5S in cui l’audizione viene definita «un segnale forte e necessario per dire che la Vigilanza svolge una funzione importante che deve tornare a svolgere con continuità».
Report a senso unico non paga: Ranucci perde 1 milione di telespettatori in un anno
Altro che editori e giornali “nemici”. La vera clavata in testa a Ranucci e al suo Report l’hanno data...Proprio dalla ripresa dei lavori della bicamerale - ferma da più di un anno a causa dello stallo perla mancata elezione del presidente della tv di Stato è intervenuto il conduttore di Report: «Non so quanto servirà a migliorare le condizioni di lavoro ma se serve a far funzionare di nuovo la Vigilanza ne sono felice». Insomma, tutto apparecchiato per un nuovo comizio del giornalista.
È stata invece rinviata la votazione dell’Ufficio di presidenza sull’audizione del Garante della privacy dopo la multa inflitta a Report. A chiederne la convocazione erano state sempre le opposizioni, ormai asserragliate attorno a Ranucci. Proprio il programma di Rai Tre non aveva perso tempo a montare un caso su presunte pressioni di Fratelli d’Italia per spingere il Garante a decidere perla multa. Nel mirino è finito Agostino Ghiglia, membro dell’Autorità, che i giornalisti di Report avrebbero ripreso uscire da una sede di Fdi.
Cerno smaschera Ranucci: "La libertà di stampa è libertà solo quando la fa lui"
%%VIDEO_44772073%% Il tema della libertà di stampa "è usato da un pezzo della stampa per scrivere que...«Da giorni mi trovo esposto ad una invereconda gogna mediatica», ha detto Ghiglia, bollando il video diffuso come «l’ennesima ricostruzione fantasiosa» della trasmissione. Non solo: Ghiglia ha acconsentito a un confronto con Ranucci a patto «di poter avere un confronto in diretta con lui, con la garanzia dell’arbitraggio di un giornalista indipendente di gradimento della Rai». Rispedite tutte le accuse al mittente, Ghiglia sottolinea come le tempistiche del caso contestato «testimoniano la assoluta linearità e trasparenza dell'attività del Collegio e dei funzionari del Garante». Poi la stoccata al programma: «Sto ancora riflettendo sull’ipotesi di denuncia relativamente all’inqualificabile pedinamento che ho subito, ma solo perché mi toccherebbe pagare due avvocati: il mio e quello di Report con il mio canone...». In serata è arrivata la replica di Ranucci: «Ghiglia non dice il vero quando sostiene che non ha chiesto una procedura d'urgenza. Abbiamo le prove e le faremo vedere domenica».




