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Francesca Albanese, umiliazione a Firenze: salta anche il convegno?

di Andrea Muzzolongiovedì 11 dicembre 2025
Francesca Albanese, umiliazione a Firenze: salta anche il convegno?

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Il ridimensionamento della figura di Francesca Albanese - eletta troppo presto nuova profeta della sinistra nostrana passa per Firenze. Dove ora, non solo l’ipotesi di conferirle la cittadinanza onoraria è decaduta rovinosamente, ma anche ospitarla a Palazzo Vecchio per parlare del suo report sul “famigerato genocidio” sembra diventato un tabù. Con accuse incrociate, sgambetti e tentativi disperati di mediazione in una sinistra fiorentina sempre più spaccata. Eppure, fino a poche settimane fa partiti e associazioni se la litigavano. La fiumana pro-Pal nelle piazze aveva fatto gola a tutti i segretari del campo largo e non solo. Tanto che decine di giunte rosse hanno fatto a gara per assegnarle riconoscimenti e ottenere il suo supporto. Poi qualcosa si è rotto. Una dichiarazione dopo l’altra, la Albanese è stata la causa della sua stessa rovina. E, pian piano, la fila per “abbeverarsi” alla sua fonte si è dileguata.

Il caso fiorentino rappresenta la cartina di tornasole perfetta della sua caduta. Lanciata in fretta e furia la proposta di insignirla della cittadinanza onoraria per non rimanere indietro rispetto ad altri capoluoghi rossi come Bari e Bologna, le invettive dell’inviata Onu contro i giornalisti dopo l’assalto dei centri sociali alla redazione de La Stampa hanno bloccato tutto. A mettere la parola fine sull’onorificenza alla Albanese è stato il sindaco dem Sara Funaro, definendola «non opportuna». Una presa di posizione che ha generato non pochi malumori nella maggioranza, sia nella corrente “schleiniana” del Pd che negli alleati di Avs. Lo stop all’idolo dei pro-Gaza ha scatenato anche l’estrema sinistra cittadina - da Potere al Popolo a Rifondazione, tutto quel mondo che ora fa riferimento all’ex candidata a governatore della Toscana Antonella Bundu - promotrice della risoluzione che puntava a farle avere il riconoscimento.

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Giovedì scorso è stato il giorno dell’amara (per loro) presa d’atto che i numeri non c’erano più. La risoluzione firmata dal consigliere Dmitrij Palagi si era fermata già in Commissione, dove i dem Andrea Ciulli (area Bonaccini) e Renzo Pampalani erano pronti al boicottaggio. Da lì, la proposta rilanciata dalla presidente della Commissione Pace (sì, avete letto bene, ndr), Stefania Collesei (ex fedelissima di Bersani, oggi grande sostenitrice di Elly Schlein), di organizzare un evento per valorizzare i report scritti dalla Albanese. Un modo per ricucire i rapporti nel lato sinistro. Tempo un giorno ed ecco confezionato il nuovo testo di Palagi per andare in contro alle richieste del Pd. La nuova risoluzione andrà oggi in votazione e, a meno di sorprese, dovrebbe essere approvata grazie al voto favorevole (o all’uscita dall’aula) dei due dem ribelli. Ma in Consiglio comunale sarà tutta un’altra musica. La lista dei contrari è nutrita, sia tra le fila dell’opposizione - con centrodestra e Italia Viva sulle barricate -, sia tra quelle della maggioranza.
Gli indiziati che potrebbero affossare pure la conferenza a Palazzo Vecchio sono molti: da Marco Semplici della Lista Funaro (nel 2014 candidato sindaco del centrodestra a Fiesole), fino ai consiglieri dell’area più riformista del Pd come Ciulli, Fratini, Bonanni, Innocenti e Conti. E con l’incognita dell’indipendente Cecilia Del Re. Insomma, una truppa non indifferente e che potrebbe crescere ancora ribaltando i rapporti di forza in Consiglio.

Mentre la sinistra si fa la guerra, il centrodestra non ha dubbi sul caso Albanese. «Siamo contrari a qualsiasi riconoscimento, che sia la cittadinanza onoraria, il giglio d’oro o il sigillo della pace. Ha dimostrato di essere solo una provocatrice, a differenza di tante figure che a Firenze sono vere portatrici di pace», ha spiegato il consigliere di Fratelli d’Italia Alessandro Draghi che siede anche in Commissione. «Nella vita puoi fare come Greta Thunberg che, senza avere incarichi, porta avanti le sue battaglie. Ma se rappresenti l’Onu non puoi dire ogni cosa che ti passa per la testa», è la chiosa del meloniano. E la Albanese in tutto questo? Continua indisturbata la sua propaganda pro-Pal. Come denunciato dai leghisti Susanna Ceccardi e Giovanni Pasqualino, oggi interverrà al liceo scientifico Dini di Pisa «tramite una videoconferenza di due ore, senza contraddittorio e con domande filtrate in anticipo attraverso un form». Gli esponenti del Carroccio sono categorici: «Vogliamo sapere chi ha autorizzato questo format, chi ha approvato la partecipazione e chi ha deciso di eliminare ogni possibile contraddittorio su un tema tanto delicato». La scuola torna ad essere luogo a uso esclusivo della sinistra. Le vecchie abitudini non cambiano mai...