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Più taxi e voli meno cari, la svolta impressa dal governo: ecco cosa cambia

Michele Zaccardi
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La delega fiscale è legge. «Una riforma strutturale e organica, che incarna una chiara visione di sviluppo e crescita e che l’Italia aspettava da cinquant’anni». Giorgia Meloni esulta per quello che definisce «un provvedimento storico» e che adesso, grazie all’approvazione intervenuta prima della pausa estiva, potrà prendere corpo e sostanza attraverso i decreti attuativi. Il governo centra così l’obiettivo che si era prefissato in modo da varare le prime misure per la semplificazione fiscale e il taglio delle tasse già a partire dal 2024. Intanto, ieri si è tenuto il pre-consiglio dei ministri, dove è stata preparata la bozza del decreto “Asset e investimenti” che sarà licenziato lunedì dall’ultimo vertice prima della pausa agostana. Un provvedimento che contiene diversi interventi: dalle misure contro il caro-voli alle nuove licenze taxi per arginare l’emergenza. Il menu, insomma, è molto ricco. Tra le pieghe del testo (24 articoli in tutto) spunta pure un aumento di capitale per la società “Stretto di Messina”, incaricata della costruzione del ponte.

Sul fronte del caro-voli, il testo, approntato dal Ministero dei Trasporti e da quello delle Imprese, contiene una stretta sugli algoritmi che determinano le tariffe. L’obiettivo è arginare i rincari nelle tratte nazionali, impedendo alle compagnie di stabilire il prezzo dei biglietti in relazione al tempo della prenotazione. Secondo il decreto, la fissazione “dinamica” delle tariffe è vietata quando ricorrono le seguenti condizioni: per le rotte nazionali di collegamento con le isole; durante picchi di domanda legati alla stagione o in concomitanza di uno stato di emergenza; se la pratica conduce ad un prezzo del biglietto (o dei servizi accessori) superiore del 200%. Non solo. La bozza prevede anche l’introduzione di un tetto alle tariffe praticabili in continuità territoriale con oneri di servizio pubblico. L’amministrazione competente, si legge nel testo, fissa «i livelli massimi tariffari praticabili dalle compagnie aeree ove emerga il rischio che le dinamiche tariffarie possano condurre ad un sensibile rialzo legato alla stagionalità o ad eventi straordinari, nazionali o locali».

Le novità riguardano anche il settore dei taxi, per ridurre i disservizi che si sono registrati negli ultimi mesi soprattutto nelle città turistiche. Per questo il decreto intende incrementare il numero delle licenze. I comuni capoluogo di Regione, le città metropolitane e i comuni dove si trovano aeroporti internazionali saranno così autorizzati ad aumentare i permessi fino al 20%. Il rilascio avverrà tramite bandi straordinari a titolo oneroso aperti a chi è già titolare di licenza e ad altri soggetti in possesso dei requisiti. Il decreto raddoppia poi gli incentivi per l’acquisto di auto non inquinanti. Le agevolazioni saranno riservate ai vincitori del concorso per i nuovi permessi, a chi, già titolare di una licenze, vuole rottamare un veicolo (fino a euro 5) e agli Ncc (il servizio di noleggio con conducente).

FONDI AGLI ENTI LOCALI
Ma il provvedimento stanzia poi risorse fresche per finanziare interventi su strade, ponti e viadotti di competenza dei comuni. Il testo istituisce, nel bilancio del Mit, un fondo con una dotazione di 18 milioni di euro per il 2023, 20 milioni per il 2024 e 12 milioni per il 2025. Le risorse saranno destinate agli enti locali con meno di 10mila abitanti per il finanziamento dei lavori di messa in sicurezza e manutenzione delle strade comunali. Nel decreto c’è poi una norma che punta ad accelerare le procedure per i maxiprogetti da almeno un miliardo di euro. Per questi programmi d’investimento esteri, il governo potrà dichiarare «il preminente interesse strategico nazionale» e nominare un commissario straordinario responsabile.

Una misura diretta a facilitare la realizzazione in Italia di impianti per la produzione di chip, come quello di cui si discute da tempo della multinazionale Intel. Infine, nel provvedimento trovano spazio anche alcune misure relative al ponte sullo Stretto di Messina. In particolare, si prevede che «al fine di determinare la composizione dell’azionariato della società concessionaria (dei lavori, ndr), il Ministero dell’economia e delle finanze, d’intesa con il Ministero delle Infrastrutture e dei tTrasporti provvede a sottoscrivere, entro il 31 dicembre 2023, (...) un aumento di capitale della società allo stesso riservato». Per i dirigenti dell’azienda Stretto di Messina Spa, inoltre, non varrà il tetto ai compensi, fissato a 240mila euro, in vigore per i manager pubblici.

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