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Il Pdl non ci sta e attacca Monti:"Spieghi frase conseguenze umane"

Interrogazione parlamentare di 42 deputati: "Premier dica chiaro se ci ritiene responsabili della crisi economica"

Matteo Legnani
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Pensava di essersela cavata spiegando che non si riferiva ai "suicidi" di imprenditori indifficoltà o cittadini rimasti senza lavoro. Magari approfittando del momento di smarrimento che il Pdl ha vissuto per 24 ore dopo la "scoppola" subita alle amministrative. E invece no. Il presidente del Consiglio Mario Monti dovrà rendere conto in parlamento a cosa si riferisse quando a parlato di "conseguenze umane" della crisi, riversandone la responsabilità su chi l'ha preceduto a palazzo chigi. A chiederglelo, il chiarimento, sono 42 deputati del Pdl, che hanno sottoscritto una interogazione parlamentare. Del resto la tensione nel Pdl è altissima. Come riporta oggi il Corriere della Sera ieri Berlusconi avrebbe chiamato il premier per cercare di calmare le acque e ritrovare un confronto sereno almeno nei toni, poi ai suoi avrebbe spiegato che sì "basta andare in giro per capire quanta fibrillazione c'è fra la gente: chiunque mi chiede di staccare la spina al governo" ma bisogna stare calmi: "Serve del tempo per organizzarci per il voto e comunque se ora forzassimo la mano adesso il paese potrebbe precipitare e fare la fine della Grecia".  Per i 42 deputati del Pdl però è quantomeno "un dovere etico e politico” per il presidente del Consiglio spiegare in modo compiuto cosa mai intendesse con l'espressione “conseguenze umane” pronunciata ieri in relazione evidentemente ai sucidi   che si stanno verificando - e a chi si riferisse se non al Popolo delle Libertà quando ha poi specificato: “chi ha portato l'economia in questo stato”. Tra le firme in calce, quelle del vicepresidente del partito alla Camera,   Maurizio Bianconi, - primo firmatario - degli gli ex-ministri Renato Brunetta, Maria Stella Gelmini, Giorgia Meloni, e dei deputati Viviana Beccalossi, Pietro Laffranco, Michele Scandroglio e Marcello De Angelis, direttore de Il Secolo d'Italia. Con l'interrogazione, i firmatari chiedono inoltre al presidente  del Consiglio “se non ritiene ingiustificato ed un fuor d'opera il tentativo auto assolutorio dell'operato del governo, in specie in presenza di critiche nazionali ed internazionali così serrate e   puntuali ed in presenza di provvedimenti quali quella dell'erogazione   di un contributo di 35 miliardi di euro a favore della Grecia a fronte  di un introito stimato per l'Imu di 20-12 miliardi di euro”.

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