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Redditi dei ministri: il governo non è trasparente

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Secondo l'Antitrust mancano ancora 68 dichiarazioni. I familiari dei ministri non rispettano le scadenze della legge

Pruneddu Pietro
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I professori che chiedono trasparenza e rispetto delle scadenze si dimenticano i loro doveri. Sono loro a non fare i compiti per cui bacchettano gli italiani. Come rivela Sandro Iacometti, nell'edizione di Libero in edicola oggi, giovedì 10 maggio, l'Antitrust non ha ancora ricevuto le dichiarazioni dei redditi di 68 parenti di ministri e sottosegretari. Eppure la norma parla chiaro: la documentazione deve essere consegnata entro 90 giorni dall'insediamento. Insomma, per dimostrare trasparenza se la prendono con calma. Approfittando di un buco legislativo, per cui l'Authority non ha poteri coercitivi in merito, i "trasgessori" hanno avuto delle richieste di sollecito ma hanno fatto finta di nulla. Un pò meglio sul fronte delle incompatibilità, scrive Iacometti. Tutte le posizioni a rischio sono state risolte, in modo spontaneo o in seguito a segnalazione. Il "bollino di compatibilità" è stato dato a 75 dei 257 casi esaminati. Spicca la situazione del premier. Mario Monti, infatti è membro della Trilateral Commission e della Bilderberg, considerati i centri di potere del mondo occidentale. Ebbene, per l'Antitrust non ci sono problemi. Non sussiste incompatibilità, "per assenza di rilievo imprenditoriale".  .  Leggi tutti i dettagli nell'articolo di Sandro Iacometti su Libero in edicola oggi, giovedì 10 maggio

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