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"Le ferie? È Monti che le taglia a forza di decreti"

Cicchitto: ancora 13 provvedimenti in calendario, questo governo intasa il parlamento

Eliana Giusto
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Onorevole Fabrizio Cicchitto, ha visto che ha combinato con la sua minaccia al ministro Giarda? «Un'iradiddio». «Se ci volete far stare qui fino al 12-13 di agosto», ha detto al ministro dei Rapporti con il Parlamento, «sono problemi vostri. A quel punto la dovrete trovare voi, una maggioranza». «Sono stato totalmente frainteso». Frainteso? «Con Giarda non discutevo delle vacanze e il nodo non era quello delle ferie, ma dei decreti del governo in scadenza: tredici. Una cosa mai vista nella storia repubblicana». Perché rischia di rovinarvi le ferie? «Perché provoca un intasamento dei lavori parlamentari: chi si scandalizza per le mie parole si è reso conto che non c'è più spazio per la discussione di un provvedimento di iniziativa parlamentare?». Però quelle parole a Giarda le ha dette. O no? «La mia era solo una battuta figlia di questo stato di cose. Ad eccezione della riforma del mercato del lavoro, ci troviamo di fronte solo a decreti». La stessa accusa rivolta dal centrosinistra al governo Berlusconi. «Al confronto del governo Monti, noi eravamo dei dilettanti. Siamo inondati di decreti. Non c'è più spazio, se non in coda agli ordini del giorno, per i disegni di legge dei gruppi e dei singoli parlamentari». E adesso come se ne esce? «Abbiamo posto il problema in sede di conferenza dei capigruppo. Per ora abbiamo programmato l'attività per tutto il mese di luglio». E ad agosto che succederà? «Ancora non lo sappiamo. Ovviamente lavoreremo fino a quando i decreti saranno discussi e approvati». Sensazioni? «Dunque: c'è il cosiddetto decreto sviluppo, poi la spending review due...». La spending review due? «Sì, non quella in discussione adesso. Mi riferisco alla parte più consistente su, diciamo così, interessi e strutture di grande rilievo». Tempi lunghi, insomma... «Quantomeno non programmabili. Altro che ferie, qui c'è il problema di un intasamento insostenibile». Intanto se la prendono tutti con lei. Pier Luigi Bersani l'accusa di fomentare polemiche indecorose e di portare «il Paese al disastro». «Il segretario del Pd si documenti. Si faccia dire come stanno le cose dal suo capogruppo, Dario Franceschini. Chieda informazioni a lui sui tredici decreti in scadenza. Non so se Bersani dice cose del tutto sbagliate per ignoranza o per arroganza. Se il Paese va al disastro, non ce lo portiamo certo noi». Pier Ferdinando Casini, invece, è pronto a lavorare anche a Ferragosto. «Di questo passo è probabile che sarà accontentato. Ma sul leader dell'Udc vorrei aggiungere una cosa». La prego. «Se a Palazzo Chigi, invece di Mario Monti, ci fosse stato Silvio Berlusconi, sono pronto a scommettere che in presenza di questa quantità di decreti avrebbe accusato il governo di intollerabile prevaricazione del Parlamento».  Non sarà che voi del Pdl avete bisogno di più tempo libero per risolvere le vostre beghe interne? Martedì la discussione è stata interrotta proprio a causa degli impegni in Aula. «Appunto. La parte logistica ha prevalso su quella politica. Ci siamo trovati stretti tra il “pranzo di Teano” tra Monti e Berlusconi, le sue implicazioni e l'intervento del premier in Aula». Da qui i malumori. «Ci rivedremo a luglio e il clima, comunque, era discreto. E ci tengo a ribadire che resta valida la road map che ci porterà alle primarie». Quando? «Tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre».  di Tommaso Montesano  

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