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Der Spiegel, Monti si rimangia tutto: "Equivocato, parlavo di flessbilità..."

Il premier travolto dalle polemiche prova a mettere una pezza con i tedeschi: "Non voglio limitare il potere dei parlamenti"

Giulio Bucchi
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  Pioggia di critiche a Mario Monti dopo le parole del presidente del Consiglio al settimanale Der Spiegel. L'intero mondo politico tedesco si scaglia contro il premier italiano, reo, secondo i tedeschi, di aver messo in discussione l'autonomia dei Parlamenti rispetto all'azione dei governi. Ma Monti respinge le accuse, parla di "equivoco", spiega di non aver mai voluto mettere in discussione l'autonomia dei Parlamenti europei, ma ribadisce che all'interno del dialogo tra governi e parlamenti, "è necessaria" una buona dose di flessibilità. La rettifica del premier - Il montare delle polemiche costringe il premier a intervenire in serata con una nota in cui si sottolinea che le parole dettate allo Spiegel sono state "equivocate". "Sono convinto che la legittimazione democratica parlamentare sia fondamentale nel processo d'integrazione europea. Proprio a questo fine nel trattato di Lisbona è stato opportunamente rafforzato sia il ruolo dei Parlamenti nazionali, sia quello del Parlamento europeo. "Non ho inteso in alcun modo auspicare una limitazione del controllo parlamentare sui governi che, anzi, penso vada rafforzato tanto sul piano nazionale che su quello europeo - premette il premier - l'autonomia del parlamento nei confronti dell'esecutivo non è affatto in questione, nell'ovvio rispetto, peraltro, di quanto previsto dagli ordinamenti costituzionali di ciascuno Stato europeo".  "Ho unicamente voluto sottolineare la necessità - prosegue però Monti - al fine di compiere passi avanti nell'integrazione europea, che si mantenga un costante e sistematico dialogo fra governo e parlamento. Infatti, nel corso dei negoziati tra governi a livello di Unione europea, può rivelarsi necessaria una certa flessibilità per giungere ad un accordo, da esercitarsi sempre nel solco di scelte condivise con il proprio parlamento. "In questa ottica - è la conclusione - ritengo che ogni governo abbia il dovere di spiegarsi e interagire in modo dinamico, trasparente ed efficace con il Parlamento, in maniera da individuare soluzioni, ove opportuno anche innovative e coraggiose, verso un comune obiettivo europeo".  

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