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Pin, Mir, Partite IvaQuelli che..."sono ioil Berlusconi del futuro"

Partitini e liste civiche: mentre infuria il caos all'interno del Pdl, si moltiplicano le discese in campo di imprenditori

Matteo Legnani
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  «Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono/mi scusi presidente non è per colpa mia/ma questa nostra patria non so che cosa sia…». È un tappeto musicale che odora d'ossimoro -un Giorgio Gaber d'annata, che odiava i partiti- quello che apre il sito del M.I.R., ossia i Moderati Italiani in Rivoluzione. Ossimoro anche questo, dato che «Rivoluzione» e «Moderati» erano termini inaccostabili dai tempi di Erasmo da Rotterdam. Eppure, oggi, il Mir è solo una delle tante nuove formazioni che stanno sbocciando nell'idea stancamente rivoluzionaria di occupare uno spazio, mentre infuria la guerra tra Berlusconi e quel che rimane del Pdl. Il Mir è stato fondato da Gianpiero Samorì, «avvocato e imprenditore di successo».  Ma Samorì non è solo. Conferma il re dei sondaggisti Renato Mannheimer a capo dell'Ispo: «Oramai il 50% degli italiani, soprattutto tra i moderati non sa più per chi votare, è indeciso. Si tratta di un mercato enorme che aspetta di essere riempito, chi prima arriva meglio alloggia. E arrivano da noi politici, e soprattutto imprenditori, che ci chiedono di fare sondaggi su di loro, per testare un'eventuale discesa in campo…». E, per rimanere nell'orto del centrodestra, di discese in campo se ne prevedono parecchie. Leggi l'articolo integrale di Francesco Specchia su Libero in edicola oggi 21 ottobre  

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