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Di Pietro ammette: "Sono morto"Ma Grillo vuole resuscitarlo:"Voglio tonino al Quirinale"

Matteo Legnani
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  Nello stesso giorno in cui Antonio Di Pietro lo dice chiaro e tondo, "Sono morto" (politicamente, si intende), subito c'è chi gli lancia la ciambella di salvataggio. Beppe Grillo, l'uomo del momento, soccorre il vecchio amico e lo propone per il Quirinale: "Presidente della Repubblica". Di Pietro, sostiene il comico genovese, "ha commesso degli errori, ha inserito nel suo partito persone impresentabili come De Gregorio e Scilipoti, ha evitato, per scelte forse tattiche, prese di posizioni nette sulla Tav e sul G8, ma lui soltanto ha combattuto il brelusconismo". Lo scambio di gentilezze è reciproco. Nela stessa intervista al Fatto Quotidiano dove Tonino riconosce la propria fine (vittima "di un killeraggio - dice -, di un sistema politico e finanaziario che non ha più bisogno" di lui), apre il cuore al leader del Movimento 5 Stelle: se dovesse rimanere fuori dal Parlamento, "faremo opposizione fuori dal Palazzo - confessa Tonino - e tiferemo per Beppe Grillo". L'elogio di Beppe - Ma perchè l'uomo del momento (Grillo) ha ancora voglia di spendersi per l'uomo più debole del momento (Di Pietro)? Perché riconosce ancora un grande merito del leader Idv. Tonino ha combattuto il berlusconismo "con armi spuntate, con una truppa abborracciata tenuta insieme unicamente dalla sua testardaggine e caparbietà. E' sempre stato un isolato, ha confuso talvolta la politica con la realpolitik e cercato un compromesso impossibile con partiti corrotti e in via di estinzione. Si è fidato troppo di persone  a lui vicino, di signor nessuno che ne hanno sfruttato la popolarità assecondando in modo acritico ogni sua richiesta". Ha allevato "piranha e squali che pensava di tenere a bada", però in questi lunghi anni "di inciucio fra Pdl e Pdmenoelle, senza di lui in Parlamento si sarebbe spenta anche l'unica flebile luce rimasta accesa. L'uomo ha un caratteraccio, non ascolta nessuno, ma è onesto. Quando ha dovuto affrontare il giudizio di un tribunale lo ha fatto senza esitazioni e ne è sempre uscito prosciolto. Quanti in Parlamento possono dire altrettanto? Chi può scagliare la prima pietra? Nessuno. Nel 2013 Napolitano decadrà, per ora è l'unica buona notizia certa. Il mio auspicio è che il prossimo presidente della Repubblica sia Antonio Di Pietro, l'unico che ha tenuto la schiena dritta in un Parlamento di pigmei. Chapeau". Un elogio pazzesco. Quasi funebre.  

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