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Montezemolo fa shopping al CentroE prepara la strada al Monti-bis

Lucia Esposito
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  di Brunella Bolloli Mettiamola così: oggi è il gran giorno delle novità. Almeno per il centrodestra. Mentre a Chianciano debutta il «Berlusconi mignon» (parole sue), alias il banchiere modenese Gianpiero Samorì, negli Studios di Roma Luca Cordero di Montezemolo fa il suo ingresso trionfale nell'arena politica. In entrambi i casi si parla di «tutto esaurito». Ma, chissà perché, politici e opinion maker sono molto più interessati alle mosse del presidente della Ferrari, che del semi-sconosciuto candidato alle primarie del Pdl. La caccia all'invito è per Roma. Tutti vogliono sentire il primo comizio di Luca. Il sospetto è che il premier Mario Monti c'entri qualcosa, non fosse altro perché sul palco della mega kermesse ci sarà il suo ministro Andrea Riccardi, il fondatore di Sant'Egidio.    L'Assemblea della fondazione montezemoliana Italia Futura è stata intitolata “Verso la Terza Repubblica”, pubblicizzata come un «evento storico», praticamente la rinascita del grande Centro che cercherà di mettere insieme laici e cattolici, delusi del Pdl e del Pd, società civile e cittadini comuni: tutti riuniti sotto la voce «moderati» e fan di un Monti bis. Naturalmente se l'attuale premier decidesse di ricandidarsi. Altrimenti, assicurano i bene informati, Italia Futura sarebbe pronta a lanciare l'economista Irene Tinagli - giovane, donna, specializzata in sviluppo economico, innovazione e creatività, nonché consulente dell'Onu, della Commissione Europea e di diversi enti sia in Italia che all'estero - nella scena politica del 2013.  Il leader Montezemolo, infatti, non pensa certo a candidarsi. Il suo è un ruolo diverso, spiegano i fedelissimi. Il ruolo di chi vuole dettare un'agenda per l'Italia, i cui contenuti sono quelli di un'azione riformatrice molto forte che ricalca le orme del governo Monti: riduzione della spesa pubblica, privatizzazioni, liberalizzazioni e una riforma del mercato del lavoro di cui la riforma Fornero può essere considerato il primo passo. Lo spiegherà di sicuro nel suo intervento di chiusura.   Trattandosi di un evento di tale portata, con Montezemolo finalmente a svelare i suoi piani, tra i parlamentari è scattata la caccia agli inviti. Se non si è stati contattati da Italia Futura almeno per essere seduti tra i 6mila degli Studios che vogliono salvare il Paese bisogna porsi delle domande. Soprattutto se a essere tagliati fuori sono i membri del defunto Terzo Polo, equidistante sia dai berluscones che dai democrats ed espressione di quel «Centro» che l'ex numero uno di Confindustria oggi cercherà di galvanizzare. Il leader centrista, Pier Ferdinando Casini, ha già detto che non ci sarà. Assente pure Gianfranco Fini. Francesco Rutelli non pervenuto. Ma se le truppe centriste si presenteranno quasi al completo con il loro cartoncino d'invito in mano - temono l'ascesa e la concorrenza della lista di If - pare che i finiani non abbiano riscosso altrettanto successo. I sicuri, per ora, si fermano si contano sulle dita di una mano: il capogruppo Benedetto Della Vedova, da sempre uno dei più moderati e dialoganti con i “montiani”, oltre a Baldassarri, Giulia Bongiorno, Flavia Perina, e Alessandro Ruben. Per dire: il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, non c'è.  Fra i centristi sono stati ammessi il capogruppo alla Camera, Gian Luca Galletti, e il suo omologo al Senato Giampiero   D'Alia. Entrambi invitati da Riccardi, che i rumors danno sempre in pole position per la poltrona di candidato centrista al Comune di Roma. Un altro big di via Due Macelli, Rocco Buttiglione, spiega quale potrebbe essere il percorso: «Spero che dall'Assemblea di If venga fuori una proposta concreta, una risposta alla nostra mano tesa per costruire insieme una “Lista per l'Italia” che unifichi le forze della nazione per sottrarla al rischio del crollo e  alla prospettiva del declino. Questo», avverte il centrista, in continuità con la linea del governo Monti e con un nuovo governo Monti, ma stavolta politico, con la partecipazione diretta di tutte le forze politiche responsabili». Dello stesso avviso il collega Mantini. Il Pdl, invece, sta alla finestra. Mr Ferrari è sempre stato nei sogni del Cav come possibile «papa straniero», ma nessuno del partito (salvo Gabriele Albertini) è previsto oggi alla convention nella quale invece un posto di primo piano è assegnato al leader della Cisl, Raffaele Bonanni.      Non ci saranno neppure Giorgio Stracquadanio e Isabella Bertolini, i due Pdl delusi e pronti a formare un nuovo gruppo. «Non ci vado perché non ho ricevuto alcun invito», spiega Stracquadanio «e non mi reputo un cittadino comune che va a dare un'occhiata. Tuttavia seguirò il dibattito con interesse». Invidiati, quindi, i pochi parlamentari possessori del famigerato invito, perché giudicati interlocutori credibili e “puliti”. Su tutti Fabio Gava e Giustina Destro, montezemoliani della prima ora, ex Pdl oggi nel Misto della Camera. Altri parlamentari reclutati: Santo Versace, Maria Paola Merloni (Pd), Stefano Ceccanti, due Dario Franceschini boys, Marco Follini; ex Api tra cui Lanzillotta e Vernetti. Si vocifera di Paolo Gentiloni, che mollerebbe così il Pd vendoliano. Al Nazareno non gradiscono lo scippo. E prendendo spunto da Mandrake, ieri sul sito Pd campeggiava un sorridente presidente della Ferrari in giacca rossa e la scritta: “Febbre  da cavallino”.      

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