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Pdl, ex An e montiani fanno le valigie

I più moderati pronti a bussare alla porta di Casini. E il leader del Partito popolare europeo è preoccupato...

Giulio Bucchi
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  di Salvatore Dama Lo sconcerto serpeggia nella frangia moderata del Pdl tanto quanto tra gli ex An. Sono le due ali del partito che rischiano di rimanere fuori dai progetti berlusconiani. Dato che Silvio vuole rifare Forza Italia, senza la destra. Ma vuole anche un partito fortemente tarato sulla critica al governo dei tecnici. E dunque senza i montiani. Che rimangono spiazzati dalle indiscrezioni che trapelano da Arcore circa gli intendimenti dell'ex presidente del Consiglio. «Non so cosa farà Berlusconi», ammette preoccupato Franco Frattini: «Prima ha scritto quattro cartelle che dicevano una cosa, poi ha fatto un video che contraddiceva questo scritto», ricorda l'ex ministro degli Esteri ricordando il passo indietro berlusconiano e poi la repentina ri-discesa in campo. «Auspico al più presto un chiarimento  tra il segretario Alfano e Berlusconi perché sennò ci ritroveremo Bersani a Palazzo Chigi. Bisogna costruire qualcosa di alternativo e puntare al potenziale bacino d'utenza dei moderati e motivarli con una proposta politica seria». Anche il leader del Partito popolare europeo Martens guarda con preoccupazione alla parabola del Pdl. E se il Cavaliere dovesse davvero varare una Forza Italia 2.0 dai toni eurocritici, allora le colombe finirebbero per essere spinte verso Casini e Montenzemolo. Cioè laddove c'è sincero apprezzamento per l'opera del capo del governo. E l'obiettivo, esplicitato più volte, che il professore continui il proprio lavoro a Palazzo Chigi anche dopo le elezioni di marzo. Versante An. Non meno incasinato. Ieri il vice capogruppo vicario alla Camera Massimo Corsaro ha annunciato l'iniziativa dei circoli del Centrodestra nazionale, simbolo ombra scelto dagli ex An per rifare il proprio partito. La decisione non è ancora stata presa. Ma già lacera. Tanti non vogliono abbandonare il Pdl per fare malinconicamente ritorno a via della Scrofa. Ma rischia di essere una evoluzione obbligata dalle scelte berlusconiane. Ieri su Twitter si è mischiata ironia e rabbia con l'hashtag-tormentone #colpadegliexan. «Comprare casa senza saperlo, essere eletti perché si  è igieniste dentali #colpadegliexan», twittava Paola Frassinetti. E tanti altri, più o meno sulla stessa falsariga.  Ma nuovi focolai di polemica sorgono anche altrove. Tra gli outsider delle primarie del Pdl. Gianpiero Samorì annucia «decisioni di estrema importanza» entro la settimana se il partito rimane in questa fase di immobilismo. Anche Alessandro Proto è bellicoso. E si dice «pronto a finanziare le primarie del Pdl se lo faranno partecipare alla competizione perché un partito come il Pdl non può finire in questo modo». Altrimenti, minaccia,  potrebbe anche «scendere in campo da solo» e fare un suo partito.         

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