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Emma Bonino fa l'eutanasia ai Radicali"Io e Pannella siamo fuori contesto"

L'eurodeputata mette in discussione la necessità della presentazione di una lista Bonino-Pannella alle prossime elezioni

Nicoletta Orlandi Posti
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  di Gianluca Roselli  Forse i Radicali non servono più. A dirlo è Emma Bonino. Ovvero la metà della mela del partito, dove l'altra metà è Marco Pannella. E la notizia è di quelle col botto. Perché Emma mette in discussione la necessità della presentazione di una lista Bonino-Pannella alle prossime elezioni. E anche la sua candidatura. «Trovo scontato, ripetitivo, fuori contesto la presentazione di una lista Bonino-Pannella. E trovo altrettanto scontato che la mia candidatura debba esserci a qualsiasi costo. Io, dopo 35 anni di istituzioni, non la ritengo né automatica, né indispensabile. Posso anche fare altre cose. Ormai abbiamo una classe dirigente composita, molti possono candidarsi», dice la vice presidente del Senato nella sua intervista settimanale a Radio Radicale.  Poi Emma arriva al nodo politico. «A questo punto mi chiedo se per i Radicali esiste ancora una domanda da parte dei cittadini. Se c'è si faccia viva, perché ad oggi, dopo tutte le nostre battaglie, continuiamo a essere 1.200 in tutta Italia», osserva la Bonino. E il tono sembra essere quello della smobilitazione. Ma come, il partito nato del 1956 dalle idee dei fratelli Rosselli, di Piero Calamandrei ed Ernesto Rossi chiude i battenti? Il movimento che ha regalato agli italiani il divorzio e l'aborto, ma anche le battaglie per la legalità, la giustizia giusta, la lotta contro la partitocrazia e le campagne referendarie ci lascia così, alla vigilia di un Natale pre-elettorale, tra lo spread che risale, un Monti che va e un Berlusconi che torna? Nell'epoca in cui tutti vogliono fondare nuovi partiti la Bonino lo vuole chiudere? A sondare gli animi nella sede di via di Torre Argentina non è così. Massimo Bordin, storico direttore della Radio, ci aiuta a decrittare il messaggio di Emma. «Questa cosa la Bonino l'ha già detta. Dopo il pessimo risultato alle Politiche del 2001, che ha seguito l'exploit alle Europee del '99. Diciamo che nel mondo radicale spesso si evidenziano le debolezze per trasformarle in un punto di forza. Si tira la corda per attirare l'attenzione. Ricordo una campagna all'inizio degli anni Novanta che diceva: “O lo scegli o lo sciogli”», racconta Bordin.  Insomma, solo tattica per invitare la gente a iscriversi e a firmare per la presentazione delle liste (ci vogliono 160 mila adesioni), come quando si minacciava la chiusura della Radio se non fossero arrivate sottoscrizioni? «No, perché la critica alla presentazione della lista Bonino-Pannella mi sembra reale, c'è l'intenzione di dire: io e Marco (82 anni compiuti a maggio, ndr) abbiamo già dato, avanti gli altri», spiega il giornalista.  «Secondo me Emma vuole sottolineare il fatto che non dobbiamo stare per forza in Parlamento. Del resto ne siamo stati fuori dieci anni, dal 96 al 2006. Ma non ci sciogliamo», osserva Marco Cappato. Che poi punta il dito contro «l'illegalità di questa elezioni dove ci sono preclusi gli spazi televisivi». «Noi abbiamo sempre messo in gioco la nostra esistenza e lo facciamo proprio per dare una scossa, vedere se le persone rispondono», afferma il segretario dei Radicali italiani, Mario Staderini. Comunque, aggiunge Cappato, «il problema della nostra sopravvivenza è reale». Ma, c'è da scommetterci, l'eutanasia del partito che si è più battuto per l'eutanasia non è all'ordine del giorno.   

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