Giuliano Poletti: "Salario minimo, serve una discussione"
In campagna elettorale tutto vale. Alle promesse si aggiungono promesse. E il recordman, di promesse, è il premier, Matteo Renzi. La nuova "offerta" agli italiani arriva per interposta persona. Arriva da Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, che rilancia uno dei temi ventilati dall'uomo di Pontassieve: il salario minimo. Interpellato dai cronisti, Poletti spiega: "Noi vogliamo una discussione su questo tema, e si deve riflettere su come il mondo del lavoro è cambiato. Non possiamo però farlo secondo lo schema classico del conflitto e contrasto che andava bene a inizio '900, in questo secolo è lo strumento meno adatto a immaginare nuove dinamiche". Dunque, nel dettaglio, sul salario minmo spiega: "Finalmente si ragionerà apertamente su come cambia il mercato del lavoro. Il tema del salario minimo è la chiave per questa discussione, senza sapere prima come va a finire". Sparata elettorale? - Insomma, il tema pare essere balzato all'ordine del giorno. Un tempismo quantomeno sospetto: si parla del salario minimo (recentemente approvato in Germania) a poco più di un mese dalle elezioni Europee. Il tema, come ovvio, raccoglie numerosi consensi nell'elettorato. Ma soprattutto è uno dei cavalli di battaglia di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle. Dunque, anche se Renzi continua ad assicurare che questa tornata elettorale non è da leggere come un duello tra lui e il comico ligure, la mossa sembra accreditare la tesi diametralmente opposta. Sparata elettorale, dunque? Possibile. Di sicuro, oltre ai facili entusiasmi, ci sono tutti i problemi che si porta dietro il salario minimo. Si parte dalle coperture. Per esempio, secondo uno studio degli economisti Tito Boeri e Roberto Perotti di un anno fa, la spesa per lo Stato potrebbe oscillare tra gli 8 e i 10 miliardi di euro all'anno. Dove li vuole trovare questi soldi, il signor Renzi? Inoltre, per contrappasso, il salario minimo è una misura che rischia di far aumentare l'evasione fiscale: pur di aggirare il limite, qualcuno potrebbe "optare" per pagare in nero. Ma tant'è. L'importante è parlarne, del salario minimo. Parlarne a ridosso del voto.