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Monti a Davos: "Italia, è cambiato il clima"

Mario Monti

Il Professore fa campagna elettorale anche a Davos. L'attacco ai partiti: "Errate le politiche precedenti. Io in campo contro i miei interessi per le riforme"

Andrea Tempestini
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Al consesso di Davos, dove un anno fa si profetizzava la catastrofe imminente dell'euro, parla Mario Monti. E anche il Professore gioca a fare la Cassandra: "La crescita - ha spiegato - tornerà dalla seconda metà del 2013". Al Forum il premier ha aggiunto che "oggi l'atmosfera dell'Italia è cambiata. Non sento solo la vostra simpatia personale, ma credo che l'Italia ha riguadagnato fiducia nella stabilità. Penso che questo cambiamento sia avvenuto grazie al lavoro del governo con il Parlamento". Monti fa campagna elettorale anche da Davos, s'intesa meriti inesistenti e al solito scarica le colpe della crisi sui suoi predecessori: "Sono in campo per tutelare le vittime dei governi precedenti, troppo deboli sull'evasione e sulla corruzione. Il peso del debito - ha aggiunto - è dovuto alle errate politiche precedenti".      Il peso del debito - Sulla congiuntura economica, il Professore ha sottolineato come "non siamo riusciti a riconoscere che la crisi aveva una componente sistemica, diventata di fiducia nelle capacità dell'Eurozona di risollevare i suoi problemi, e nella moneta unica. L'Italia - ha proseguito - stava facendo i suoi compiti in modo disperato ma con un barlume di speranza. Se non c'è fede totale nel mercato e nella moneta unica non basta che ciascuno Stato membra faccia i suoi compiti perché esiste quella componente sistemica, fattore di rischio immanente nell'euro stesso, che si riflette in modo sproporzionato su chi come l'Italia fa politiche giuste ma sopporta il peso del debito dovuto alle errate politiche precedenti".  "Ridurrò le tasse" - Ma ora, assicura la Cassandra-Monti, "sono fiducioso sul futuro del Paese perché l'Italia oggi è un Paese molto diverso da un anno fa - ribadisce -. Siamo tra i più sostenibili nel mondo intero". Poi le promesse di dottor tasse: "L'onere di ridurre il debito - ha sottolineato - non può più essere ottenuto solo attraverso le tasse". Poi una battuta sul suo impegno diretto in politica, "una cosa che considero contro la mia natura e probabilmente anche contro il mio interesse personale", ma che il Professore intraprende "perché credo che ci sia bisogno di una nuova forma politica, oltre alle vecchie coalizioni tradizionali". Quindi l'appello "alle forze più dinamiche della società per sostenere un programma di riforme", il cui cammino "a volte ha incontrato resistenze camuffate con tradizioni culturali".

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