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Incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi: regge il patto tra Pd e Forza Italia

Andrea Tempestini
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Fari puntati sullo stallo per l'elezione dei membri del Csm, un punto sul quale in giornata è arrivato il duro richiamo di Giorgio Napolitano. Ma non solo. Nel faccia a faccia tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi si è parlato anche d'altro. Un lungo vertice a Palazzo Chigi, durato quasi due ore, al quale hanno preso parte anche Gianni Letta e Denis Verdini per Forza Italia e il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini. Le prime indiscrezioni, però, sono state quelle relative ai membri della Corte Costituzionale: nessun cambio di passo, l'accordo tra Pd e azzurri regge, i nomi restano quelli di Luciano Violante e Donato Bruno nonostante l'ultima fumata nera in Parlamento. Una circostanza indirettamente confermata anche dalle parole di Guerini, che lasciando il vertice ha spiegato: "Non si è parlato di Consulta e di Csm se non nei termini in cui si è espresso il capo dello Stato". Le decisioni - Sempre Guerini ha spiegato: "E' stato un incontro positivo, in cui abbiamo fatto il punto sulla legge elettorale e le riforme costituzionali. Abbiamo convenuto sulla necessità di accelerare sulla riforma della legge elettorale ed abbiamo confermato il percorso delle riforme". Il Patto del Nazareno, almeno stando alle dichiarazioni, sarebbe dunque destinato a tenere. E sempre Guerini, di fatto, lo conferma quando afferma che "non si è assolutamente parlato di elezioni anticipate. L'orizzonte è quello della legislatura", dunque i "mille giorni" chiesti dal premier Renzi. Il vicesegretario Pd chiude così all'ipotesi di elezioni anticipate, circolata con insistenza negli ultimi giorni (secondo alcune interpretazioni nel discorso di martedì alla Camera, Renzi aveva lasciato intendere che la strada del voto, nel caso in cui bloccassero le sue riforme, sarebbe quella principale).

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