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Forza Italia, nove senatori di Ncd pronti a tornare con gli azzurri

Andrea Tempestini
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Nel faccia a faccia di poche ore fa a Palazzo Chigi, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi non hanno parlato soltanto di riforme, Consulta ed elezioni. Il Cavaliere, infatti, avrebbe fatto notare al premier di poter disporre di un arma piuttosto potente. Quale? Una pattuglia di alfaniani, pronti a tornare a Forza Italia. Questo è quanto svela l'Huffington Post, che parla dell'esistenza di una pattuglia di senatori di Ncd in trattativa per tornare in Forza Italia, il cui gruppo al Senato sarebbe destinato ad allargarsi. Pallottolieri - Ed è proprio da Palazzo Madama che per Renzi potrebbero arrivare i maggiori problemi. Ad oggi la maggioranza può contare su 169 senatori. Cifra che potrebbe ridursi sensibilmente se gli alfaniani decidessero di tornare azzurri: la maggioranza scenderebbe a 160, e con quelle cifre il governo non potrebbe dormire notti tranquille. Berlusconi, insomma, ha mostrato a Renzi la sua carta, dimostrando così di avere ancor maggior peso politico di quello che, oggi, gli viene attribuito. Il messaggio del Cav al premier è chiarissimo: appoggio sì alle riforme, a patto che però si agisca - ed in un certo modo - anche su fisco e giustizia. Zampino-Schifani - Sempre secondo l'Huffpost, il primo artefice della manovra sarebbe Renato Schifani, profondamente insoddisfatto per la gestione del partito imposta da Angelino Alfano. Il punto è che all'ex presidente del Senato era stato promesso un futuro da presidente dei senatori del gruppo di centro composto da Ncd, Udc, ex Scelta Civica e Popolari per l'Italia. Una promessa che però non è destinata ad avverarsi. Così, non a caso, per esempio Azzolini e D'Ali (vicinissimi a Schifani), nelle convulse votazioni per l'elezione dei due membri della Consulta non si sono sempre visti. E poi Giuseppe Esposito, che secondo alcuni rumors cercava di convincere altri parlamentari a non votare Violante e Bruno. Le fazioni in campo - Ma i maldipancia degli alfaniani non terminano qui. Anche Simona Vicari, sottosegretario all'Economia, viene annoverata tra i "sofferenti": lei, fedelissima di Schifani, ha recentemente coinvolto nel suo staff l'ex portavoce di Nicola Cosentino, molto vicino agli ambienti di Forza Italia. Sarà un caso? Forse no. Insomma, il partito di Alfano è spaccato. E lo è da tempo. La frattura è semplice: da un lato i filo-berlusconiani che vogliono tornare col Cavaliere, dall'altro chi, invece, pensa che sia necessario un rapporto organico con Renzi, anche in vista di alleanze future. Tra i filo-berlusconiani si segnalano anche la capogruppo Nunzia De Girolamo, la portavoce del partito Barbara Saltamartini, il ministro Lupi e il vice-ministro Casero. Tra i filo-renziani, invece, Maurizio Sacconi, Quagliariello e Beatrice Lorenzin.

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