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Grillo striglia i cinque stelle: "Uscite dal palazzo, ritirate fuori lo spirito degli inizi"

Nicoletta Orlandi Posti
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"Ci hanno dato un assist clamoroso" con le sanzioni dei 59 deputati grillini per il caos in Aula sulle riforme costituzionali. "Stare fuori dal Palazzo è nel nostro Dna, tiriamo fuori lo spirito dell'inizio", ha tuonato Beppe Grillo durante la riunione con deputati e senatori cinque stelle. Obiettivo del leader pentastellato era quello di caricare i suoi prima del il sit-in organizzato in piazza Montecitorio contro le sanzioni comminate dall'ufficio di presidenza della Camera: "Non limitiamoci a questa manifestazione", ha urlato il fondatore del M5S invitando i suoi eletti ad altri eventi come quello improvvisato ieri in piazza. Un evento con la quale la campagna elettorale cinque stelle è entrata definitivamente nel vivo. Provvidenziale, per una volta, la sanzione attribuita dall'ufficio di presidenza della Camera ai 62 deputati 5 Stelle, quei seicentosedici giorni di espulsione per aver gridato 'onestà' nell'aula della Camera dopo la delibera sulla seduta fiume per le riforme costituzionali. Campagna elettorale - In apparenza il leader del M5S è arrivato a Roma per loro. Ai parlamentari pentastellati, che al tre di Alessandro Di Battista, contato sottovoce, hanno iniziato a gridare in coro 'onestà' nel flash mob di fronte alla Camera, Grillo si è rivolto, come in una studiata pièce teatrale, con parole di finto scherno. "Ma come avete fatto questo cambiamento? Come è successo? Voglio capire come vi siete trasformati in così breve tempo. Non si possono gridare queste parole lì dentro, non è possibile. Io sono venuto a dirvi che state un pò esagerando, io mi sono un pò ritirato: non dico più parolacce. E voi vi permettete di entrare lì dentro e di gridare quelle cose lì? Gridate 'onestà'? Poteva succedere qualcosa di tremendo. Se aveste gridato parole come 'etica' o 'bene comune' succedeva una rivoluzione. La smettete sì o no?». Show in piazza - Un incipit istrionico che però - come di rito - non si riduce a pura retorica: la questione è un'altra, ricorda Grillo, "che fine ha fatto la democrazia? Che democrazia è quella in cui i parlamentari dell'opposizione vengono espulsi perché gridano la parola 'democrazia'?». Grillo inscena un vero mini spettacolo sulle parole, il loro significato e il mondo alla rovescia; cita persino 'Il castello dei destini incrociatì di Italo Calvino'. Ma il punto non è neppure quello. Le sanzioni ai 5 Stelle sono soltanto il cavallo di Troia che ha permesso al loro leader di riappropriarsi della scena politica, da cui, per vicende alterne, era stato allontanato. Infatti Grillo dopo lo show passa subito ad altro. Appena un accenno al capo dello Stato e all'Italicum. Sui vitalizi - notizia del giorno - addirittura non si sofferma, risponde giusto alla domanda di un giornalista. Quello che gli preme dire è altro. Con l'abilità di eloquio che gli è propria, fa scivolare il discorso sulle "questioni che vanno rimesse al centro" della politica, tra le quali, non a caso, proprio quel reddito di cittadinanza per cui i 5 Stelle hanno organizzato per questo sabato una marcia di 19 chilometri che toccherà Perugia e Assisi.

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