Silvio Berlusconi, la pazza idea: "Candidare Draghi o Marchionne". Obiettivo: fregare Salvini
"Se io non fossi candidabile, proporremo la leadership a Mario Draghi o Sergio Marchionne". La confidenza, esplosiva, è di Silvio Berlusconi. Secondo quanto riferisce Repubblica, il leader di Forza Italia spera ancora, e molto, nella sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo sulla legge Severino, prevista per settembre: se verrà sancito che non possa essere applicata retroattivamente, allora il Cavaliere tornerà in campo a pieno titolo, e come spiega anche Renato Brunetta a quel punto "cambia tutto". Forza Italia moderata - Di sicuro, però, Berlusconi sta tentando di arginare Matteo Salvini e la sua Opa sul centrodestra. Da qui, appunto, i nomi del presidente della Bce e del top manager di Fiat Chrysler e Ferrari: "Draghi e Marchionne sono dei simboli. Parlano all'elettorato moderato, ai nostri elettori che si sono momentaneamente fidati di Renzi ma che sono già delusi dal governo. Ma che non voterebbero mai per uno schieramento egemonizzato dalla Lega", sarebbe la posizione di Berlusconi. Né l'uno né l'altro, al momento, hanno la minima intenzione di entrare in politica, e forse non lo farebbero mai per sfidare Renzi. Ma far girare i loro nomi potrebbe essere un doppio segnale mandato alla Lega Nord e a Palazzo Chigi. Gli anti-Salvini - Draghi e Marchionne sono, di fatto, degli "anti-Salvini" anche nei contenuti, rappresentanti della grande finanza e della grande industria. Soprattutto, "candidarli" significa di fatto mettere da parte l'idea di una leadership affidata al segretario del Carroccio, e pure alla sua proposta di ticket con lo stesso Berlusconi. Pizzino per Renzi - Secondo punto: Draghi e Marchionne sono moderati per eccellenza, lontani da intemperanze ed estremismi verbali e politici. Per Repubblica sarebbe un segnale mandato a Matteo Renzi: una Forza Italia "alla europea" capace di dialogare, trattare e governare insieme. D'altronde, se la situazione politica dovesse degenerare con la fronda Pd sulla riforma del Senato, a quel punto si tornerebbe alle urne con una legge elettorale Frankenstein: Italicum alla Camera e Consultellum al Senato dove, stando agli attuali sondaggi, una grande coalizione tra Renzi e Berlusconi sarebbe l'unica soluzione plausibile.