Il pm che indaga su Banca Etruria...?. Clamoroso: prende soldi dal governo
Il caso di Banca Etruria, con il suo fardello di ripercussioni sul governo, si arricchisce di un nuovo, pesante, dettaglio. Prima si trattava soltanto di una voce che circolava tra ambienti riservatissimi, tra esponenti Pd ed ex ministri. Quale voce? Presto detto: il procuratore capo di Arezzo, quello della Procura che indaga sul presunto conflitto d'interessi degli ex vertici dell'istituto, sarebbe un consulente del governo a Palazzo Chigi. Poi, come spiega Il Fatto Quotidiano, alla voce si sono aggiunge le evidenze: nel numero 81 dell'elenco di consulenti e collaboratori della presidenza del Consiglio ecco materializzarsi il nome di Roberto Rossi, con tanto di curriculum. E nel cv si legge, tra le altre, che l'uomo è "attualmente Procuratore della Repubblica facente funzioni presso la Procura della Repubblica di Arezzo". L'uomo è stato nominato nel febbraio di quest'anno tra i consulenti di lavoro del governo Renzi. E quest'uomo, bene ricordarlo, è a capo della Procura che sta indagando sul caso che lambisce Pier Luigi Boschi, padre del ministro delle Riforme ed ex vicepresidente di Banca Etruria, una fattispecie che apre un nuovo scenario e un nuovo potenziale conflitto di interessi. Nel dettaglio, Rossi è consulente del Dagl (Dopartimento degli affari giuridici e legislativi), a cui capo c'è Antonella Manzione, l'ex comandante dei vigili urbani di Firenze chiamata dal premier a Palazzo Chigi. L'incarico della toga scade il 31 dicembre 2015, e prevede una retribuzione di 5mila euro lordi. Il suo compito a Palazzo Chigi viene così descritto: "Attività di consulenza, instruendo e rendendo pareri in materie riguardanti il diritto penale, la procedura penale, sanzioni amministrative, nonché su problemi concernenti".