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Grillo versione 2010: "Chi è eletto risponde ai cittadini, non al suo partito"

Beppe Grillo

Tre anni fa scriveva: "Chi è eletto risponde ai cittadini, non al suo partito". Arrivato in Parlamento, ha cambiato idea

Sebastiano Solano
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"L'eletto può fare, usando un eufemismo, il cazzo che gli pare senza rispondere a nessuno. (...) Viene concesso al parlamentare libertà preventiva di menzogna, può mentire al suo elettore, al suo datore di lavoro, senza alcuna conseguenza invece di essere perseguito penalmente e cacciato a calci dalla Camera e dal Senato". E' un estratto del post che Beppe Grillo ha pubblicato ieri, domenica 3 febbraio, sul suo blog, spiegando così i motivi secondo cui l'Art.67 della Costituzione, che stabilisce che il parlamentare nell'esercizio del suo mandato agisce senza vincolo di mandato, andrebbe cambiato. Forma a parte, è un'opinione condivisibile, ma di certo Beppe Grillo non la pensava così qualche anno fa, quando a seguito dello scandalo dell'appartamento di Montecarlo chiese, insieme a molti altri organi d'informazione, le dimissioni di Gianfranco Fini da Presidente della Camera, motivandole proprio con l'art.67 della Costituzione. Scrisse sul suo blog, in un post del 10 agosto del 2010: "L'articolo 67 della Costituzione -  'Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato' - è molto chiaro. Chi è eletto risponde ai cittadini, non al suo partito. Molto chiaro, non c'è che dire. Un po' meno adesso, pare.

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