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Bersani sempre più confuso:"No al Pdl, ma dialogo sulle riforme",e ai grillini: "Siate responsabili"

Bersani piange a

Ignazio Stagno
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Pier Luigi Bersani appare confuso. Ma una cosa la vuole fare: togliere di mezzo Silvio Berlusconi. Se non può batterlo alle urne allora lo vuole ineleggibile. Così arriva la proposta choc: "Vedrete norme stringenti sul conflitto di interessi, sull'incandidabilita', sull'ineleggibilita'. Si riparte mettendoci sul pulito. Il problema e' partire su basi nuove". Bersani con queste parole pugnala qualunque accordo con il Pdl e strizza l'occhio alla manifestazione di Roma, organizzata dal direttore di Micromega, Paolo Flores D'Arcais. Una manifestazione per chiedere l'ineleggibilità del Cav. Numerosi i cartelli esposti, dedicati soprattutto al leader del Pdl: ”Berlusconi sei impresentabile per la politica, non per il tribunale”, ”Art.1 Berlusca fatti processare”, ”Berlusconi legittimo impedimento? Si', a governare”. Marce, manifestazioni e dichiarazioni d'intenti che sbattono con la realtà dei fatti, come ha sottolineato  Valerio Onida, costituzionalista vicino al Pd: "Nell'applicazione dell'attuale legge mi sembra difficile poter dichiarare ineleggibile Berlusconi". Ma Bersani pensa bene che l'ostacolo e il nemico politico non vanno battuti alle urne, vanno eliminati con un disegno di legge. Bersani è preoccupato - La bomba contro Berlusconi, Bersani la lancia durante una breve conferenza stampa tenuta con i giornalisti a Montecitorio dopo la prima giornata di consultazioni per il suo incarico esplorativo. Il segretario è cupo, scuro in volto. Così cerca di diffondere una falsa serenità: "Devo sorridere di piu'? Son troppo serio? Io di mio son tranquillissimo, non si preoccupassero nella stampa della mia psicologia ma della loro, sono solo un po' preoccupato per il Paese", spiega ai giornalisti. Poi il segretario del Pd parla dei suoi colloqui con i rappresentanti degli enti locali:"Abbiamo cominciato dalla vita comune degli italiani, dai soggetti che sono piu' sul fronte della vita comune. Se ci sara' un governo guidato da me si partira' da questa logica''. Ma al di là delle aprole di circostanza la paura è una sola: i numeri da trovare al Senato. Bersani lì rischia tutto quando dovrà chiedere la fiducia.  Vuole i grillini - Così Bersani, testardo, persevera sulla sua scelta kamikaze di ignorare l'offerta del Pdl e risponde a Berlusconi che parlando da piazza del Popolo a Roma, ha definito l'incarico del segretario del Pd "molto precario". "Dica Berlusconi se ci sono ipotesi meno precarie, io non credo...La porta e' stretta, non lo nego ma se mi metto a servizio non e' per mia ambizione ma perche' altre cose ancora piu' difficili'', ha affermato Bersani. Il chiodo fisso è l'appoggio improbabile dei grillini. Bersani li invita ancora una volta, l'ennesima, al tavolo delle trattative: "L'Italia chiede un cambiamento. Ognuno si prenda le sue responsabilita'". Lo afferma il premier incaricato Pier Luigi Bersani rivolto alle altre forze politiche.Non c'e' bisogno che M5s mi attacchi, si assumano proprie responsabilita', in altri passaggi si e' visto che noi non siamo in coda ma in testa all'esigenza di cambiamento, se altri si sottraggono si assumono la responsabilità'''. Porte aperte - Infine il segretario del Pd non vuole chiudere tutte le porte. La poltrona di Palazzo Chigi fa troppa gola e allora conclude con un messaggio per il Cav, che sa tanto di bastone e carota: "'Non mi parli di concordia chi, cinque mesi prima, ha lasciato il cerino ad altri e si e' messo in liberta' in campagna elettorale. Ma uno spazio di discussione sui temi istituzionali c'e'''. Lo spazio dunque c'è. Ma la strada è stretta. Di sicuro Bersani per ora è al muro. 

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