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M5S, assemblea di fuoco: espulso il senatore Mastrangelo, salvo Crimi

Giulio Bucchi
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Botte da orbi all'assemblea riunita dei parlamentari del Movimento 5 Stelle: Marino Mastrangeli, il grillino "presenzialista" in tv, è stato espulso. L'ultima parola spetterà ora alla Rete, come previsto dal Codice di comportamento degli eletti stellati. La decisione sul senatore è arrivata dopo un'assemblea dai toni forti, dove non sono mancate   accuse al vetriolo. La riunione è stata trasmessa in streming solo in parte, poi il collegamento è saltato e sull'auletta dei gruppi e sceso il silenzio. Hanno optato per il "cartellino rosso" 62 parlamentari, mentre sono stati 3 gli astenuti e 25 i contrari. Il regolamento 5 Stelle - Sulle espulsioni il Codice di comportamento prevede un doppio passaggio: dovono essere votate da deputati e senatori stellati  e successivamente ratificate dalla Rete. "I parlamentari del M5S riuniti - è infatti scritto nel Codice - senza distinzione tra Camera  e Senato, potranno per palesi violazioni del Codice di Comportamento, proporre l'espulsione di un parlamentare del M5S a maggioranza. L'espulsione dovrà essere ratificata da una votazione on line sul portale del M5S tra tutti gli iscritti, anch'essa a maggioranza". E' stata invece respinta la richiesta di espulsione, avanzata dallo stesso Mastrangeli, per il capogruppo Vito Crimi, accusato di aver partecipato a Porta a porta.

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