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Governo, il toto-ministri: tra tecnici e politici, largo a Bonino, Saccomanni, Quagliariello e Chiamparino

Giulio Bucchi
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Amato o Letta premier, governo politico o "a bassa intensità": l'esecutivo che verrà, in ogni caso, vedrà nella squadra tecnici nei ruoli chiave, vicepremier e sottosegretari politici e bipartisan, provenienti da centrodestra e centrosinistra. La pacificazione nazionale, dopo il Quirinale, passerà dunque anche da Palazzo Chigi. E due, per ora, sarebbero le caselle già assegnate: Anna Maria Cancellieri confermata agli Interni e l'ormai ex premier Mario Monti "spostato" agli Esteri. I ministri tecnici - Partiamo dai "tecnici". Categoria estendibile, per così dire, agli "esperti del settore". Per esempio, occhio alla radicale Emma Bonino, che da ex commissario Ue potrebbe andare alle Politiche comunitarie. L'idea di Giorgio Napolitano (di fatto, padre di questo "governo del presidente") è infarcire la squadra di nomi di spicco, al di sopra di possibili contestazioni e faziosità. Non a caso, su molte poltrone potrebbero sedersi esponenti già candidati per il Quirinale. Per esempio, all'Economia prende peso l'opzione Fabrizio Saccomanni, dal 2006 direttore generale di Bankitalia. Allo Sviluppo economico il presidente Istat Enrico Giovannini, in ballo anche per il ruolo di premier nel caso le strade che portano ad Amato o Letta si trovino sbarrate dai veti politici. Alla Giustizia un'opzione "naturale": quella di Franco Gallo, fresco presidente della Corte costituzionale. Gli esponenti politici - Il Pd preferirebbe un governo "leggero", "minimalista", con ministri "prestigiosi" ma non "diretta emanazione del Pd". Silvio Berlusconi, al contrario, chiede un governo politico, "forte e duraturo". Napolitano e il futuro premier punteranno, probabilmente, su politici apprezzati da entrambi gli schieramenti, magari qualcuno di quelli presenti tra i 10 saggi. Tra quest c'era Luciano Violante, in predicato alla Giustizia, ma la sua scelta rischierebbe di spaccare il Pd tra garantisti e giustizialisti anti-Cav (che vedono Violante come fumo negli occhi). Non destano invece polemiche le eventuali nomine di Gaetano Quagliariello, senatore Pdl e pure lui "saggio", alle Riforme e di Mario Mauro (ex Pdl, oggi Scelta civica con Monti) alla Famiglia. Agli Affari regionali o alla Coesione territoriale un esperto del ramo: il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio, leader dell'Associazione Comuni italiani e renziano di ferro. Al Lavoro, invece del troppo caratterizzato Stefano Fassina, ci sarebbe invece il più moderato Sergio Chiamparino, ex sindaco di Torino e pure lui assai vicino a Renzi. Ci sono poi le poltrone di vicepremier e sottosegretari: i nomi sono sempre quelli: Gianni Letta, Renato Schifani, Angelino Alfano. Tutti d'area Pdl, per bilanciare Palazzo Chigi a sinistra.

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