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Idem, furbata della ministra Pd per pagare meno Imu

L'olimpionica ha fatto passare i locali sopra la palestra del marito come prima casa. Pizzicata, ha sanato. Sospetto di un abuso

Giulio Bucchi
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Questa, in teoria, sarebbe una banalissima storia di elusione fiscale.  Una storia di modelli unici vischiosi, di piccole astuzie da commercialisti italiani della bassa; se la protagonista non fosse tedesca, nonchè modello unico di trasparenza, e ministro della Repubblica specializzata in kayak, che ora naviga in cattive acque. Accade che Josefa Idem, titolare nella Grosse koalition lettiana del dicastero dello sport e delle Pari Opportunità, viva sì a Santerno ameno paesello del ravennate; ma non nella stessa casa di marito e figli - in via Argine Destro Lamone- , semmai in una palestra, rannicchiata tra cyclette e bilancieri - in via Carraia Bezzi-. La palestra, al piano terra d'una palazzina, si chiama Jajo Gym, è legata ad un'associazione di canoe; ed è il luogo dove il marito di Josefa, il preparatore Guglielmo Guerrini, prepara, appunto, gli atleti; e dove i Guerrini/Idem vivevano prima del 2008. Naturalmente, avendo i coniugi denunciato due prime case, godono della sospensione dell'Imu decisa dal governo Letta; come prima avevano goduto della sospensione Ici decisa dal governo Berlusconi. Larghe intese, appunto. Ben diverso sarebbe stato, ovviamente, il conto della rata di giugno 2013 se all'anagrafe l'olimpionica avesse avuto residenza nella vicina abitazione familiare.  Accade, quindi, che il giornale locale La Voce di Romagna si avveda di tutto ciò, e, spietatamente, lo pubblichi. Reazioni: il paese va in delirio. Josefa, impegnata ad aprire il Palermo Pride, a rilanciare il servizio civile e a combattere il femminicidio, non ha tempo di commentare. Al suo posto lo fa il marito che ammette di essersi «dimenticato» di aver cambiato la residenza della moglie anche se ha cambiato la propria. E accenna una timida reazione pure il loro commercialista, Andrea Salvotti, il quale si limita a un : «La signora Idem ha pagato le imposte sugli immobili secondo norme vigenti: quell'edificio è a tutti gli effetti una seconda casa...». Oggi, in effetti, lo è. Ma andiamo con ordine. I politici locali d'opposizione Pietro Vandini, M5S e, soprattutto, Alberto Ancarani, Pdl -che chiede un'indagine ufficiale-  vogliono vederci chiaro. Sicchè il sindaco Pd Fabrizio Matteucci ordina un'indagine sul ministro. Una verifica che però si fatica a rendere pubblica, per «questioni di privacy». E dalla suddetta indagine, emerge, per dire che in riferimento alla «seconda casa» di fatto palestra si legge: «Con riferimento all'ICI risulta che i contribuenti hanno considerato abitazione principale sia il fabbricato di Carraia Bezzi 104 (residenza Idem, col cartello “palestra”, ndr) che il fabbricato Argine destro Lamone 23/A (residenza Guerrini) e, conseguentemente, non hanno corrisposto l'Ici per gli anni dal 2008 al 2011, fruendo delle esenzioni previste dalla legge». Tradotto dal burocratese, le cose stanno così. In pratica i coniugi Idem – la versione romagnola della famiglia Bradford, coppia affiatatissima che vive con gli splendidi figli-  lasciando galleggiare l'etica nella zona grigia che separa evasione e elusione, avrebbero compiuto un'escalation fiscale irresistibile. Pagaiata dopo pagaiata, prima hanno eluso la cara e vecchia Ici; poi, una volta subentrato il montiano regime Imu, hanno fatto risultare due prime case pagando molto ma molto meno tasse, fino a tutto il 2012; in seguito, il 4 febbraio 2013, per un sussulto morale -o intuito probabilmente che, a lungo andare, potevano essere sgamati- hanno spostato, soltanto spostato, il “nucleo familiare” nella residenza comune nella casa del marito. Infine, Josefa stessa, in data 5 giugno 2013, ha effettuato un versamento a titolo di «ravvedimento operoso» per l'abitazione/palestra. Una sospetta ammissione di responsabilità; e guarda caso a due giorni dallo scoop che su di lei aveva scodellato La Voce di Romagna.   Tra l'altro pare che le cose, ora,  possano peggiorare. Dal sopralluogo effettuato emergerebbe un abuso edilizio. Pare, infatti che i coniugi si siano dimenticati di richiedere i permessi comunali per trasformare l'appartamento in palestra. Scrive, infatti, il consigliere Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna: «C'è tuttavia dell'altro, forse più dirompente... Potrebbe trattarsi di abuso edilizio, che sarebbe toccato o toccherebbe al Comune accertare e sanzionare». Se fosse vero sarebbe imbarazzante. Primo perché, si configurasse un abuso, quei muri appartengono alla Idem. Secondo, perché non v'è dubbio: lì c'è, effettivamente una palestra ipermoderna, a cui è collegato un sito Internet («La vostra prestazione è la nostra passione», lo slogan) con tanto di programma di attività aerobica, stretching globale attivo, e sale con macchinari. Dove Josefa è ubiquo testimonial; in una foto si staglia accanto a Vidmer Mercatali, già potente senatore democratico nonché sindaco di Ravenna che ne accese la carriera politica, nominandola assessore allo sport. Vidmer e Josefa se ne stanno sorridenti accanto a un tapis roulant, simbolo di un Pd in movimento. Ora, specifichiamo che Josefa Idem, classe '64, sportiva e madre d'acciaio è sempre stata l'emblema luminoso di un'Italia che non s'arrende. La sua medaglia d'argento, a 43 anni suonati, a Pechino ce l'abbiamo ancora negli occhi come il lampo ingobbito di Mennea a Città del Messico. Sportivamente Josefa è un mito. Ma proprio per tale sua condizione di senza macchia, di volto limpido al governo, questa storiaccia sta scuotendo il partito. A Ravenna dicono che il sindaco Fabrizio Matteucci abbia ricevuto telefonate da Bersani e da Epifani. Che la faccenda stia creando una frattura tra due fazioni dei Democrats locali .Che, nonostante la blindatura della larghe intese, alcuni parlamentari del centrodestra emiliano potrebbero richiedere la dimissoni della Idem: «Pensa cosa sarebbe successo se al suo posto c'era, metti, la De Girolamo»? Si attendono reazioni... di Francesco Specchia  

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