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Il piano di Berlusconiper comandare dal carcere

Silvio Berlusconi

Il Cav ribadisce: "Se mi condannano vado in prigione". E se dovesse finire agli arresti si prepara a guidare via Internet la rinascita di Forza Italia

Andrea Tempestini
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Naturalmente tutti incrociano le dita e ufficialmente si dicono convinti del buon esito della sentenza della Cassazione. Ma per primo proprio Silvio Berlusconi da tempo si è preparato al peggio. A tutto, anche al carcere, come ha lasciato intendere alla vigilia della sentenza. Ma non a gettare la spugna, anzi. Se qualcuno mai aveva pensato che la via giudiziaria fosse la strada maestra per rimuovere il Cavaliere dalla scena politica italiana, si sbaglia di grosso. L'ha ben capito il sindaco di Bari, Michele Emiliano, che da qualche giorno ripete preoccupato (perfino in tv): «Guardate che un Berlusconi agli arresti diventa un avversario politico imbattibile per chiunque».  Perfino per Matteo Renzi, l'ultima risorsa che ha ancora la sinistra italiana. Questo è certo: in detenzione domiciliare, fosse anche dietro le sbarre, Silvio continuerà a fare politica, a guidare il centrodestra italiano. Come e più di prima, trasformandosi in simbolo, in bandiera della libertà segregata. La storia insegna come perfino il carcere più duro non sia in grado di fare ammainare bandiere di questo tipo. È accaduto sotto regimi spietati, accade ancora oggi. È divenuta leggenda e bandiera di un intero paese la carcerazione di Nelson Mandela, che iniziò proprio con una condanna definitiva a pochi anni di reclusione (cinque). Lo è oggi la carcerazione di Julija Tymoshenko, leader della rivoluzione arancione in Ucraina, condannata per reati politici e in un processo farsa anche per evasione fiscale. Da dietro le sbarre è restata leader dell'opposizione del suo Paese e simbolo di libertà per tutto il mondo, con migliaia di intellettuali e comuni cittadini ucraini che hanno firmato il sostegno della sua candidatura al premio Nobel per la pace. Due ipotesi - Se Berlusconi fosse condannato nelle prossime ore dalla Cassazione di sicuro perderebbe i diritti politici per la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici (in primo e secondo grado stabilita in 5 anni, ieri nella requisitoria del Pg di Cassazione ipotizzata in 4 anni). L'espiazione della sentenza è invece ancora un rebus. L'eventuale conferma della condanna di appello ratificherebbe una pena di 4 anni di detenzione, scontati a un anno per l'ultimo indulto in vigore. Con un solo anno da scontare, è possibile che Berlusconi venga affidato ai servizi sociali, come previsto dalle varie leggi svuota carceri (dalla Gozzini in poi). Ma il presidente del Pdl ha già fatto capire di non volere subire l'umiliazione di una «rieducazione sociale» per una condanna che lui riterrebbe ingiusta. La «rieducazione» sarebbe per altro la pena più in contrasto con l'idea di non mollare la vita politica attiva: accettarla indebolirebbe l'immagine del leader, darebbe perfino la sensazione di una ammissione di colpa, di una accettazione della condanna.  Resterebbero così due sole ipotesi: la detenzione carceraria o quella domiciliare. Quest'ultima è rimessa alle valutazioni del tribunale di sorveglianza, ed è prevista come possibilità da una legge del 2005 per chiunque abbia più di 70 anni (il Cavaliere ne ha 78). Non è però una soluzione automatica, e si è ben capito un anno fa - il 10 luglio - quando il tribunale di sorveglianza di Bologna rifiutò la detenzione domiciliare a Calisto Tanzi, nonostante fosse stato arrestato che pesava 79,5 kg e avesse lasciato il carcere preventivo con un peso di 50 kg. Nel caso Tanzi, né l'età, né le condizioni di salute sono riuscite a fargli evitare la detenzione in carcere perché gli è stato addebitato dai giudici il mancato effettivo pentimento, non avendo mostrato «una adeguata revisione critica, un effettivo ripensamento ed anche pentimento per i danni cagionati ai risparmiatori». Dunque nulla è scontato per Berlusconi, nemmeno la possibilità di evitare il carcere. Se però lui rifiuterà l'affidamento ai servizi sociali, sarà comunque detenzione: in casa o in carcere. E da lì inizierà la nuova leadership politica del Cavaliere. Certo, la possibilità di esprimersi durante quei 12 mesi di detenzione dipenderanno dal tribunale di sorveglianza competente (o quello di Milano o - in caso di detenzione domiciliare ad Arcore - quello di Monza).  I precedenti - Ma ridurre Berlusconi al silenzio anche in una situazione simile sembra assai improbabile, visti i numerosi precedenti esistenti. Fra i più freschi quello di Adriano Sofri, cui fu concesso di fare dal carcere l'opinion leader, collaborando a giornali, concedendo interviste, addirittura facendo collegamenti televisivi sui temi più disparati. Proprio immaginando che quel bavaglio sia impossibile, si sta già attrezzando un palco virtuale per il leader detenuto. Dalla sua nuova condizione dovrebbe dare i natali alla nuova Forza Italia preparata già per settembre. La piattaforma Internet verrebbe rafforzata, ridisegnando una versione base del sito ForzaSilvio.it, e attrezzandosi per i nuovi bisogni. Come già accaduto quando Berlusconi era presidente del Consiglio, verrebbero raccolti sul sito messaggi e domande anche in registrazione audio di militanti e sostenitori. Non solo: è già pronta una grande campagna di sottoscrizione per Forza Italia attraverso versamenti anche via sms (uno o due euro) che potrebbero trasformarsi anche in un tesoro della Libertà con la nuova condizione da carcerato del leader politico del centrodestra. Alla bisogna sarebbe  per lui possibile anche guidare una campagna elettorale in quella situazione. Come ha detto ieri il vecchio amico Marcello Dell'Utri Silvio potrebbe fare «il Grillo della situazione», guidando l'elettorato dall'esterno della vita parlamentare.  di Franco Bechis  

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