Caso Moro: Maria Fida, commissione parlamentare non sia impresa virtuale
Roma, 5 ago. (Adnkronos) - "L'iniziativa parlamentare non puo' che vedermi favorevole. Basta che non sia un'altra cosa strumentale, virtuale o fittizia. Servono azioni reali ed efficaci per trovare finalmente la verita' del caso Moro. E se non la verita', almeno il verosimile...'. Cosi' Maria Fida Moro, figlia maggiore dello statista Dc ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978, interpellata dall'Adnkronos in merito alla proposta dei deputati del Pd Giuseppe Fioroni e Gero Grassi e sostenuta da tutte le forze politiche, di istituire una commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Moro, per chiarirne 'i misteri e gli enigmi'. "Non credo nella giustizia umana -spiega Maria Fida- anche se sono la solitaria firmataria della riapertura delle indagini, supportata dall'amico Ferdinando Imposimato. In compenso credo nella luce che vince sulle tenebre". La figlia dell'ex presidente del Consiglio ucciso dai brigatisti rilancia il suo impegno in politica: "Il partito 'Dimensione Cristiana con Moro' -spiega- si propone proprio di tirare fuori Aldo Moro dal portabagagli. Lasciare li' mio padre significa omissione di soccorso, perpetuata e permanente. Da troppi anni lo tirano fuori solo quando serve a qualcuno, per poi chiudere quella maledetta Renault 4 rossa. Verificheremo la veridita' anche di queste intenzioni delle forze politiche", assicura Maria Fida Moro.