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Il Decreto del "Non-Fare", servono 87 norme per far partireil pacchetto che piace a Letta

Enrico Letta

Dopo il via libero definitivo della Camera al Dl lievitano i provvedimenti attuativi. Da 53 a 87. I ministeri faranno una corsa contro il tempo per dare il semaforo verde, ma non è facile

Ignazio Stagno
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Il decreto Fare è stato presentato come il "gioiellino" del governo Letta. Il premier è stato chiaro: "Sono tutti provvedimenti concreti, pensiamo alle cose da fare che alle inutili discussioni su maggioranza e mareggiate di governo". Ma a quanto pare proprio il decreto Fare per essere operativo dovrà ancora attraversare diverse tempeste parlamentari. Dopo l'approvazione finale della Camera con 319 voti a favore, 110 contrari e due astenuti, il decreto sarà travolto da uno tsunami di 87 provvedimenti attuativi. La zavorra - Rispetto al testo originario del decreto legge 69/2013 che aveva già di suo 53 norme attuative, il passaggio in parlamento ha fatto lievitare i "correlati" del decreto a 87 norme attuative. Un fardello pesantissimo che ritarderà, e di tanto, l'entrata in vigore dello stesso decreto. La vagonata più pesante di provvedimenti la dovrà subire il ministero dell'Economia. Per via XX settembre arriva un carico di 17 decreti, altri 11 andranno al ministero delle Infrastrutture, 6 allo Sviluppo Economico e al ministero del Lavoro. Il rischio è che il decreto Fare subisca uno spezzatino attuativo che  di fatto rallenterà le risposte di cui il Paese ha bisogno. Alle porte dopo l'ok del Senato e della Camera ci sono alcune scadenze da rispettare. Corsa contro il tempo -  Nei prossimi 15 giorni il ministero dell'istruzione farà una corsa contro il tempo per bandire i sussidi per gli studenti meritevoli che intendono iscriversi in un' università che sia fuori dalla regione di residenza. Il provvedimento è proprio dentro il pacchetto Fare, ma se il ministero non stringe i tempi per il bando la misura rischia l'ennesimo rinvio, magari ad anno accademico già iniziato. Poi bisogna attuare le norme che prevedono lo stanziamento di 2 miliardi di euro per le infrastrutture di rilevanza strategica. Anche quello è un appuntamento chiave che va di pari passo con lo sblocco dei fondi strutturali per il periodo 2007-2013. Questi sono solo tre punti del governo fare. Che come ricordato necessità di 87 leggi per l'entrata in vigore. Il tempo stringe. Il Paese non può più attendere. Le beghe parlamentari hanno appensantito il decreto rischiando di affossarlo. Ora i ministeri dovranno fare gli straordinari per dare l'ok ai singoli provvedimenti. I dicasteri avranno il loro bel da "fare". Intanto gli italiani aspettano. L'iter legislativo continua ad essere troppo lungo. E le promesse troppo corte. (I.S.)

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