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Il pizzino di Letta al Pdl: possibili maggioranze alternative

Giulio Bucchi
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Difficile saperlo con certezza, ma forse è stato Maurizio Lupi a ispirare il passaggio, veemente, con cui il premier Enrico Letta dal palco del Meeting di CL a Rimini ha avvertito i falchi che vorrebbero far cadere il suo governo: "Gli italiani vi puniranno", ha tuonato Letta. Poco prima, si era appartato con l'esponente del Pdl, ministro delle Infrastrutture, che gli aveva confidato: "Non abbiamo più margini, né io né Angelino né gli altri". Una resa, drammatica: le colombe hanno perso e l'esecutivo è in mano ai furori di chi, nel centrodestra ma pure nel centrosinistra, non vede l'ora di tornare al voto per sfruttare, ciascuno a modo suo, le grane e la probabile esclusione elettorale di Silvio Berlusconi. La tentazione dei falchi - Lupi, Alfano & Co. vorrebbero andare avanti ma è sempre più difficile. Forse per questo Letta si sta già preparando al peggio. Il Partito democratico è diviso tra chi, tra i lettiani, combatte per confermare la fiducia al governo (la mozione di Francesco Boccia ha già raccolto 30 firme, e potrebbe ottenerne di più) e chi, soprattutto a sinistra del partito, premer per votare la decadenza del Cavaliere in Giunta, il prossimo 9 settembre. Un desiderio di rivalsa sul nemico che mette in ombra però le difficili prospettive del dopo-ghigliottina. Quasi impossibile andare al voto subito, perché Napolitano chiede una nuova legge elettorale e prima di essa non scioglierà le camere. Legge elettorale che, parola di Letta, il governo varerà ad ottobre. Anche in caso di iter parlamentare lampo, sarà troppo tardi per tornare alle urne entro il 2013. E allora? Le strade sono due: o governo di scopo fino a primavera 2014 o maggioranza alternativa tra Pd e M5S. Senza dimenticare, poi, che il "traguardo temporale è quello del 1 luglio 2014, quando inizierà il semestre di presidenza europea dell'Italia", per dirla con le parole di molti esponenti di Pd e Pdl.  Letta e le maggioranze alternative - Sondati da esponenti del Pdl, i parlamentari del Movimento 5 Stelle escludono ogni appoggio di Beppe Grillo a un governo-ponte. Ma c'è un però. Francesco Bei, su Repubblica, affaccia l'ipotesi verosimile che l'accelerazione di Letta sulla legge elettorale (a braccetto con il Quirinale) sia un pizzino spedito direttamente ad Arcore: attento, Silvio, che prima di votare bisogna cancellare il Porcellum. E per farlo, possono andare bene anche maggioranze alternative, con il M5S appunto. Perché sulla legge elettorale, tutto sommato, un contatto con i grillini si può stabilire e anzi oggi è più plausibile di una intesa tra Pd e Pdl. Dopo, si vedrà. Ma nel centrodestra a molti saranno fischiate le orecchie ascoltando l'ex bersaniana Alessandra Moretti, che domenica a Rainews24 proponeva: "Letta potrebbe essere incaricato nuovamente a verificare una nuova maggioranza che non escludo possa essere formata".

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